E se il perdono iniziasse da me? – 17 marzo

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 18,21-35)

In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quel che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.
Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».

Carissimi, oggi Gesù ci propone un viaggio davvero faticoso, il viaggio del PERDONO! Oggi insieme al Signore scopriamo che la meta da raggiungere non è tanto la capacità di saper perdonare, quanto la nostra disponibilità a spezzare la catena dell’odio all’interno delle nostre relazioni. Per quanto possiamo sforzarci di “stare in pace con tutti”, avremmo sempre qualcuno che non ci sta a genio. Perdonare quindi è un vero e proprio cammino, un percorso molto faticoso, ma ben sappiamo (forse perché l’abbiamo qualche volta sperimentato) che il perdono stesso produce una sorta di “guarigione del cuore”, purifica i nostri pensieri, i nostri sentimenti, alimenta il bene. Se pensiamo ai suoi effetti, allora siamo ad un buon punto di partenza. Certo il male subito così come il male inferto – parla sempre la nostra esperienza personale – non è mai un gioco, uno scherzo. IL MALE FA MALE, ci distrugge nel profondo e le cicatrici che produce restano più di quanto noi ne siamo a volte consapevoli. Pietro è disposto a perdonare, è lui che chiede al maestro fino a quante volte è possibile praticare il perdono e la risposta di Gesù è pressoché sconvolgente per i discepoli: non fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette! cioè impariamo a saper perdonare SEMPRE. Questo perdono di cui ci parla oggi il Figlio di Dio è un perdono non formale, non è il classico “mettiamoci una pietra sopra”, Egli ci parla del perdono del cuore, è quel perdono che crede nella rinascita dell’altro, di chi mi ha ferito, di chi mi ha offeso, di chi come me, inevitabilmente creatura e debole di natura, può rinascere (risorgere) per dare vita ad una nuova esistenza. Questo, che ci piaccia o no, è ciò che crede Dio nei confronti di ogni uomo! Arrivare a perdonare perciò diviene per noi un cammino di vera e propria purificazione, non degli altrui, ma dei nostri gesti e delle nostre parole, delle nostre intenzioni. Il perdono parte sempre da noi, che nel sacramento della riconciliazione, sperimentiamo la misericordia di Dio. Cosa stiamo aspettando? Questo è un tempo favorevole alla nostra rinascita, questo è per noi un segno dei tempi, poter riflettere sul perdono, poterlo iniziare a praticare ora. Il desiderio che ciascuno cova nel proprio cuore ora è quello di poter riabbracciare dopo questa pandemia i propri cari, gli amici, i fratelli, le persone a cui si vuol bene. E se a queste persone aggiungessimo qualcuno che abbiamo perdonato? Il gusto del perdono, secondo voi, non sarebbe meravigliosamente bello? Pensiamoci…Dio vuole che impariamo come Lui a saper perdonare di vero cuore. Buon cammino, verso la scoperta di questo faticoso viaggio, che inevitabilmente ci porta fin su, in cielo! E così sia. buona giornata a tutti voi.

don Dario Vacca

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