Da ospiti a vicini di casa

Da ospiti a vicini di casa

Accogliamo la Famiglia Obalola nella nostra comunità parrocchiale

Da tempo si parlava in parrocchia della volontà di accogliere tra noi una famiglia straniera di rifugiati attraverso i corridoi umanitari messi in atto da Caritas Italiana, per onorare concretamente l’impegno della Chiesa italiana a favore dei fratelli immigrati, i reiterati appelli di Papa Francesco in questa direzione e soprattutto la chiara indicazione del Vangelo “Ero straniero e mi avete accolto”(MT. 25, 31-46). Sfumata tale possibilità a causa della crisi sanitaria mondiale, ci siamo inseriti in un altro progetto Caritas, “Apri Molfetta”, che prevede per sei mesi-un anno, l’accoglienza e l’accompagnamento di una famiglia straniera già presente sul nostro territorio. Dal 12 marzo 2020 la famiglia Obalola ha lasciato i locali piuttosto fatiscenti di via Pia e abita nella nostra casa canonica. Si tratta di una giovane famiglia nigeriana: il papà Sheriff, la mamma Susan e il piccolo Khalid, di 16 mesi. Sono arrivati da noi in coincidenza del periodo più intenso della pandemia, per cui è stato difficile garantire loro frequenti contatti quotidiani e un’accoglienza ricca di relazioni comunitarie. Tuttavia, pur nelle restrizioni, la comunità si è subito attivata, dimostrandosi generosa e pronta nel far fronte alle esigenze materiali più immediate e disparate di cui la famiglia necessitava. Inoltre le famiglie tutor, in questi mesi, insieme al parroco e ai responsabili Caritas, hanno provveduto al disbrigo di una serie di adempimenti burocratici, dal rinnovo delle carte d’identità a quello delle tessere sanitarie, all’esenzione dal ticket, al cambio di domicilio, alla attribuzione del numero civico per l’abitazione.  Hanno cercato soluzioni a problemi tecnici riguardanti la casa e l’uso degli elettrodomestici; hanno seguito dal punto di vista sanitario il bambino, dal cambio del pediatra, ad analisi, radiografie ed esami specialistici, per avere un quadro definito e chiaro della salute del minore. 

Nel frattempo, è stato anche avviato per Susan un corso on line di italiano, che sta frequentando. Sabato scorso, in occasione della celebrazione del Cuore Immacolato di Maria, alla presenza del nostro Vescovo, la famiglia è stata ufficialmente presentata all’intera comunità. Si apre adesso una nuova fase, con importanti obiettivi, da perseguire tutti insieme: occorre da un lato costruire ed intensificare una rete di relazioni, che possano garantire a questa famiglia un reale inserimento nel nostro tessuto sociale attraverso incontri, frequentazioni, occasioni per stare insieme, conoscersi, interagire. 

Dall’altro bisogna lavorare perché, alla fine di questa esperienza, la famiglia Obalola possa autonomamente gestirsi con qualche sicurezza in più: occorrerà cercare con loro un’abitazione stabile e dignitosa, inserire il bimbo nell’asilo nido, dare la possibilità a Susan di lavorare, per contribuire ad una maggiore indipendenza economica della famiglia stessa, fare in modo che entrambi i genitori possano acquisire un titolo di studio base, che garantisca loro l’accesso alla domanda di cittadinanza italiana. Una fase, questa, che richiederà una pluralità di interventi, messa in gioco di competenze, ma soprattutto disponibilità e presenza, perché l’accompagnamento alla famiglia sia propedeutico alla piena inclusione nella più ampia comunità della nostra città e del nostro Paese. Come dire… da ospiti a vicini di casa.


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