Con il cuore, al cuore della comunicazione

Con il cuore, al cuore della comunicazione

50^ Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali

Domenica 8 maggio 2016, si è celebrata la 50^ Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che quest’anno, in linea con quello del Giubileo, aveva come tema: Comunicazione e Misericordia: un incontro fecondo. Contemporaneamente è stato festeggiato il 91° annuale del settimanale diocesano Luce e Vita.

L’Ufficio diocesano per le Comunicazioni Sociali, per dare maggiore risalto agli eventi, ha promosso in ambito diocesano, la prima Settimana delle Comunicazioni Sociali (dal 2 al 7 maggio), accompagnandoci alle ricorrenze attraverso un ricco programma di incontri/dibattito, conferenze ed iniziative, che includeva, tra le altre manifestazioni, la cerimonia di conferimento del mandato e la benedizione dal Vescovo, agli animatori parrocchiali impegnati in questa nuova attività pastorale. 

In conclusione di questa interessantissima e proficua esperienza formativa, per noi Animatori parrocchiali delle Comunicazioni, è tempo di bilanci e considerazioni.

Oltre 50 anni fa, dal Concilio Vaticano II, la Chiesa aveva già intuito le enormi potenzialità derivanti dall’avvento di nuovi sistemi tecnologici di comunicazione di massa, decretando che tali strumenti se bene adoperati, potevano aprire interessanti prospettive future.

Le nuove tecnologie, hanno assunto nel mondo di oggi un’importanza fondamentale, tanto che, non di rado, sono al centro di dibattiti e polemiche circa il loro ruolo, la loro funzione ed utilità sociale. Sull’argomento non c’è uniformità di giudizio, tanto che, sociologi, psicologi, filosofi e giornalisti, sono concordi solo nell’ammetterne l’enorme potenzialità ed insostituibilità nella società moderna.

Tra i nuovi sistemi di comunicazione di massa, quelli che fanno più discutere, sono senza dubbio, i cosiddetti “Social Network” (facebook, twitter ecc.).

Ma c’è da chiedersi: tutta questa innovazione è veramente utile alla crescita, anche morale e spirituale dell’uomo? E soprattutto riuscirà l’umanità ad adattarsi ai conseguenti, continui e rapidi cambiamenti del costume, delle abitudini, della cultura e del linguaggio, senza traumi e ripercussioni?

Persino il nostro modo di esprimerci è cambiato. Parole tipo tagg, link, post, profilo, blog, mail, web, chat, fino a qualche tempo fa sconosciute, sono entrate a pieno titolo nel nostro lessico abituale e quotidiano.

Oggi è possibile, in maniera sempre più rapida, produrre ed espandere contenuti ed informazioni, fino a consentirne in pratica la diffusione ormai in tempo reale, da un punto del pianeta ad un’altra qualsiasi località. Una vera e propria svolta epocale in termini di democratizzazione dell’informazione, del sapere e della conoscenza, attraverso il coinvolgimento nei meccanismi di formazione dell’opinione e della critica, di strati sociali sempre più ampi e la possibilità di conoscere esperienze umane di culture emarginate o addirittura ignorate dalla società.

Il flusso incontrollabile di informazioni, ha trasformato la rete in un enorme contenitore all’interno del quale chiunque può metterci qualcosa: dai contenuti più utili ed educativi, alle volgarità, la violenza e le oscenità più scandalose. Per contro, però, ciascuno di noi  può prendervi, con coscienza e libertà quello che risponde alle proprie convinzioni, che per noi cristiani sono inscindibili dal messaggio del Vangelo.

Ancora una volta, in questo subbuglio, ci viene in aiuto Papa Francesco con il suo messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. Il Santo Padre, nel ribadire la grande valenza e importanza per la Chiesa di queste nuove tecnologie, ci esorta a non dimenticare che al cuore della comunicazione vi è soprattutto una profonda dimensione umana. Comunicazione che non è solo un’attuale o aggiornata tecnologia, ma una profonda relazione interpersonale che deve toccare il cuore della gente. Il rischio maggiore, infatti, è quello di essere in contatto con un “amico virtuale” che vive a migliaia di km di distanza, senza averlo mai incontrato di persona, dimenticandoci dell’amico reale che abita nell’isolato accanto, ma che non usa, per scelta o per carenza di mezzi economici o culturali i Social Network. Una comunicazione coraggiosa ed incisiva, che metta al centro la verità, ma – ammonisce il Papa – mai lesiva della dignità umana o umiliante, connotata dal rispetto per le persone e con una spiccata inclinazione alla pietà e al perdono. Alla misericordia, appunto. La comunicazione deve creare ponti che avvicinano e mai esclusione, attraverso l’impegno a scegliere con cura parole e gesti per superare contrasti e divisioni.

Sintetizzando al massimo il messaggio del Papa: gli strumenti, proprio per la loro natura di oggetti, non sono in grado di determinare l’efficacia e la bontà della comunicazione, ma è il cuore dell’uomo e la sua capacità di usarli bene, a fare la differenza. Insomma: Con il cuore, al cuore della comunicazione.

Nonostante qualche legittima perplessità, la valutazione d’insieme del fenomeno non può che essere positiva. Non si può disconoscere infatti, al di là di alcuni aspetti negativi, che oggi siamo più facilitati, più informati e si conosce molto più di prima. Tuttavia, è proprio l’importanza decisiva e lo straordinario potere di queste nuove tecnologie che ci deve far riflettere sulla necessità di salvaguardare la nostra libertà, con un approccio più responsabile, attraverso un’attenta vigilanza e la consapevolezza di rischi ed insidie.

Sicuramente con il tempo tutti ci abitueremo all’utilizzo di queste nuove tecnologie, così come ci siamo abituati a tutti gli altri progressi dell’umanità e forse chi nascerà in un futuro non troppo lontano, non saprà nemmeno più cosa siano un libro di carta, una lettera o una cartolina.

 

L’équipe parrocchiale delle Comunicazioni sociali: Pasqua C. – Annalisa A. – Angelo S. e Gaetano P.

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