Gruppo famiglie campo scuola 2015

 

CAMPO SCUOLA GRUPPO FAMIGLIE 2015 – SAN SEVERINO LUCANO (PZ)

“La strada la scopri mentre sei in cammino”

Anche quest’anno siamo riusciti a ritagliarci un breve ma intenso periodo da trascorrere tutti insieme per consolidare i nostri vincoli di amicizia, per una serena riflessione e discussione su tematiche di interesse comune e, perché no, anche per concederci qualche ora di sano divertimento.

Il luogo scelto dal nostro lungimirante parroco, don Angelo, è stato il piccolo borgo di San Severino Lucano, a circa 1000  metri s.l.m., alle porte del massiccio del parco nazionale del Pollino, tra vegetazione lussureggiante, montagne impervie e corsi d’acqua fresca e cristallina.

Abbandonata l’insopportabile calura delle nostre latitudini, nel primo pomeriggio di venerdì 17 luglio scorso, siamo partiti alla volta della Basilicata, con la poco convinta speranza, di trovare un po’ di refrigerio tra i selvaggi paesaggi montani della Lucania.

Giunti a destinazione dopo circa 3 ore di viaggio, non abbiamo impiegato molto a realizzare perché la struttura che ci avrebbe ospitato per i successivi due giorni si chiamasse “Paradiso”: afa praticamente inesistente; temperatura gradevole; natura incontaminata e soprattutto una quiete inusuale per noi “cittadini”. Un silenzio quasi irreale, una tranquillità “assordante”, attraversata solo dai suoni della natura, che per molti di noi erano diventati un ricordo sbiadito.

L’argomento oggetto dell’approfondimento di quest’anno, è stato, “L’età adulta”, evitando di ridurre il tema ad un arido trattato scientifico-antropologico, come ha tenuto a precisare sin da subito, don Angelo. L’obiettivo principale, semmai, doveva essere un’indagine esplorativa volta a comprendere la condizione adulta, partendo dai nostri vissuti di soggetti concreti in carne ed ossa. La ricerca di alcune costanti, alla luce della nostra comune fede in Dio e degli insegnamenti del Vangelo.

Partendo dall’affermazione contenuta in un brano di un autorevole saggista contemporaneo, che definisce quella attuale “una generazione senza padri” e dalle sollecitazioni del nostro parroco, la discussione si è sviluppata nei tre giorni, in maniera avvincente e partecipata.

Il primo caposaldo emerso dal dibattito è stato che l’adultità non è legata all’età anagrafica, né può essere considerato un concetto giuridico. Adulto è colui che si interroga sul senso del nostro stare al mondo, anzi, da un senso al suo stare al mondo. Spesso, infatti, osserviamo comportamenti al limite del grottesco, da parte di adulti che fanno di tutto per contrastare l’inesorabilità della decadenza fisica, ricorrendo in maniera esasperata alla chirurgia estetica, a trattamenti di bellezza, alla spasmodica tendenza ad apparire, al culto estremo della propria immagine. Tutti comportamenti tipici dell’età adolescenziale, durante la quale si tende a soddisfare il proprio egocentrismo, alla ricerca della propria identità, attraverso il consenso sociale e il compiacimento altrui. Il soggetto adulto, invece, nel corso della sua graduale evoluzione psicologica e spirituale, diventa allocentrico, perché pone al centro dei propri interessi il mondo esterno a sé, sostituendo via via l’egocentrismo infantile.

Una generazione senza padri”, in cui questa mancanza va intesa non in senso biologico, ma come assenza di punti fermi, di guide autorevoli, di maestri, di figure di riferimento. Le nuove generazioni lamentano soprattutto l’assenza di un passato degno e stimolante, a differenza dei loro progenitori e genitori che erano figli delle “grandi guerre” e del “sessantotto”. L’impalpabilità del loro passato e l’incertezza del futuro, acuita dalla crisi sociale, economica, di valori e la “mancanza di padri”,  li rende vulnerabili all’ipnotismo dei tanti e purtroppo convincenti “falsi padri”.

I genitori di oggi, più indaffarati e soggetti a distrazioni di quelli di un tempo, spesso si sottraggono alle proprie responsabilità, più preoccupati di compiacere ed assecondare i propri figli, che impegnati ad educarli.

Oggi non è più possibile affermare che il corso della vita possa essere ancora letto per cicli, fasi, periodi, né tantomeno possiamo dire che un bel giorno ci sveglieremo e improvvisamente scopriremo di essere diventati adulti. Il concetto di adultità va compreso, piuttosto, come un percorso, un lento divenire che ci porti a dire: oggi, forse, sono un po’ più adulto di ieri.

La maturità, il senso di responsabilità, la cura e l’attenzione nei confronti di ciò che ci circonda, è un allenamento, un’abitudine che possiamo trasmettere come un’eredità ai nostri figli, attingendo dalla fede e dall’insegnamento di Gesù, affinché ciò che è bene e ciò che è male, non siano, concetti relativi.

In conclusione di questa sintesi, mi piace citare un antico aforisma, che è in fondo la metafora della nostra esistenza e credo possa riassumere interamente l’esperienza formativa vissuta: “la strada la scopri mentre sei in cammino”.

Grazie a tutti per i piacevoli momenti di convivialità, di fraternità e di comunione, che arricchendoci come persone, ci rendono strumenti più efficaci nelle mani di Dio. Altro non sono che, “un dono del Signore”, come dice don Angelo, al quale va la nostra gratitudine e il nostro più grande affetto. Gruppo famiglie MdP.

di Pasqua Chiarella

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