1 gennaio 2022 – Solennità di Maria SS. Madre di Dio

1 gennaio:
Solennità di Maria SS., Madre di Dio
55esima Giornata Mondiale della Pace dal titolo
Educazione, lavoro, dialogo tra le generazioni

Andiamo fino a Betlemme – dicono i pastori –, vediamo questo avvenimento(Lc 2,15)

«Andiamo», ovvero, mettiamoci in cammino!

Vi è una sorta di contrasto tra i sedentari, che si rivelano non accoglienti, e questi pastori che obbediscono prontamente all’angelo.I pastori sono qui il paradigma del percorso di fede: esso è personale ma mai solitario.Prima di mettersi in cammino si esortano a vicenda a partire.

Si tratta di un cammino che non può essere interpretato arbitrariamente, secondo i propri gusti.

E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro(Lc 2, 17)

La reazione dei pastori richiama quella che, nei vangeli, è la stessa reazione dei miracolati o dei testimoni di un miracolo. Il cammino dei pastori è un cammino di guarigione, di restituzione ad una piena umanità: da marginali della società, infatti, si sentono messi al centro, voluti come primi destinatari e testimoni.

Dopo l’annuncio torneranno alle loro occupazioni, alle loro greggi, ma non sono più quelli di prima.

La fede non estranea dalle occupazioni quotidiane, dalla vita reale, ma la trasforma, la rende più vera perché abitata dalla gioia di sapersi amati da Dio.

Dal messaggio del Papa sulla pace

Dialogare significa ascoltarsi, confrontarsi, accordarsi e camminare insieme. Favorire tutto questo tra le generazioni vuol dire dissodare il terreno duro e sterile del conflitto e dello scarto per coltivarvi i semi di una pace duratura e condivisa.

Mentre lo sviluppo tecnologico ed economico ha spesso diviso le generazioni, le crisi contemporanee rivelano l’urgenza della loro alleanza. Da un lato, i giovani hanno bisogno dell’esperienza esistenziale, sapienziale e spirituale degli anziani; dall’altro, gli anziani necessitano del sostegno, dell’affetto, della creatività e del dinamismo dei giovani.

Le grandi sfide sociali e i processi di pacificazione non possono fare a meno del dialogo tra i custodi della memoria – gli anziani – e quelli che portano avanti la storia – i giovani –; e neanche della disponibilità di ognuno a fare spazio all’altro, a non pretendere di occupare tutta la scena perseguendo i propri interessi immediati come se non ci fossero passato e futuro. La crisi globale che stiamo vivendo ci indica nell’incontro e nel dialogo fra le generazioni la forza motrice di una politica sana, che non si accontenta di amministrare l’esistente «con rattoppi o soluzioni veloci», ma che si offre come forma eminente di amore per l’altro, nella ricerca di progetti condivisi e sostenibili.

 

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