#ACasaconlaParola | 29 marzo 2020

Cari parrocchiani,

buona domenica! Come state? Per non ripetermi, nel dire ancora una volta la difficoltà del tempo presente, condivido due segni di speranza, tra i tanti di questi giorni, segni che hanno preso la mia mente oltre che segnato di emozione il mio cuore. Il primo si riferisce alla Veglia del Papa in piazza S. Pietro, lo scorso venerdì 27 marzo, al momento in cui con il Santissimo Sacramento il Papa benedice Urbi et Orbi, ossia Roma e il mondo. Di quel momento sottolineo il suono delle campane e insieme il suono delle sirene. Mi è sembrato che la terra e il cielo per un attimo si incontrassero in un abbraccio di speranza. Il secondo è il titolo della canzone di Facchinetti composta per la sua Bergamo: Rinascerò, rinascerai. È quanto crediamo tutti: dopo questa immane tragedia ci sarà la rinascita, una nuova vita, speriamo più bella e più vera. Vi abbraccio.

V Domenica di Quaresima 29 marzo 2020

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la Parola del Signore dal Vangelo di Giovanni 11,1-45

In quel tempo, un certo Lazzaro di Betania, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».

All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbi, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui».

Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Didimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».

Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Betania distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.

Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».

Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberatelo e lasciatelo andare».

Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

Medita

Il Vangelo che abbiamo letto, racconta la morte di Lazzaro e la sua resurrezione. Gesù, annota l’evangelista, aveva un’amicizia con Lazzaro, e con le sue sorelle Marta e Maria; Egli era legato a questa famiglia; possiamo dire ipotizzando che frequentasse spesso la loro casa. Gesù viene a conoscenza che Lazzaro sta male. Quando però va da lui egli è già morto. Le sorelle, affrante dal dolore, Gli dicono: Signore se fossi venuto prima il tuo amico Lazzaro non sarebbe morto; in altre parole: Signore, sapevi che Lazzaro stava molto male; lui che era un tuo amico; tu, dunque, tenevi a lui. Sappiamo inoltre, perché lo abbiamo visto, che tu hai fatto tanti miracoli. Allora: perché non sei venuto prima, così da guarirlo?

Quanti di noi, tanti, in questi giorni, forse ogni giorno, rivolgono al Signore la stessa domanda di Marta e Maria. È un’esortazione? È uno sfogo? È un grido a posteriori? È lo stupore verso il Signore della Vita che invece assiste imperterrito alla morte di tante persone? Un Dio che fa silenzio ascoltando come noi, i dati dei malati e dei morti di ogni giorno? Miei cari la fede in alcuni momenti può vacillare; è umano che avvenga ed è anche cristiano. Perché è cristiano che la fede vada in crisi? Ve lo spiego. La nostra fede nel Dio di Gesù Cristo, è forte, è grande; ma nei momenti di prova – la malattia, l’epidemia, la pandemia, una qualunque sofferenza personale o collettiva – questa fede è messa in crisi anche se siamo cristiani, o meglio, proprio perché siamo cristiani. I non credenti infatti non pregano, non si rivolgono a Dio, dunque, non invocano la sua azione e, di conseguenza, non rimangono stupiti se Lui non fa nulla. Noi cristiani invece restiamo attoniti, siamo stupiti, amareggiati, forse delusi…O Signore dove sei? Perché non fai nulla? Ti prego Signore, fa’ qualcosa.

Gesù scoppiò in pianto: alla vista del suo amico Lazzaro, morto, piange e piange forte; il dolore per perdita di Lazzaro lo assale; non riesce a controllarsi; è commosso profondamente; l’evangelista insiste nel descrivere lo stato d’animo del Signore; Egli sta male; il suo amico non c’è più. Questo pianto forte, questa commozione interiore, che può comprendere solo chi ha provato il dolore per la morte di un fratello, di un genitore, di un figlio, di una persona cara, rende Gesù prossimo a noi, vicino, oggi più che mai, al nostro dolore, e al dolore di quanti hanno perso qualcuno. Non è vero che il Signore è lontano dalla tragedia umanitaria di questo tempo. Egli è vicino e piange tutte le vittime.

Non è finita però. Perché c’è la speranza; c’è la certezza: è Gesù Cristo stesso! La sua forza è la preghiera rivolta al Padre per mezzo dello Spirito. Dice infatti Maria: Lazzaro è morto, ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà. Ancora una volta la fede fa la differenza; la fede di Maria è la fede in Dio, nel Dio di Gesù Cristo. È la certezza che anche se suo fratello è morto, Gesù insieme al Padre e allo Spirito, può fare qualunque cosa. Ed è così: Lazzaro torna alla vita; risorge anticipando l’evento della croce e della resurrezione del Cristo.

Cari, la fede può tutto; spostare le montagne, convertire chi ha un cuore indurito; dare speranza a chi è disperato. Vengano pure i momenti di crisi, dove percepiamo l’apparente assenza di Dio. Ma, subito dopo, guidati dallo Spirito, riprenda in noi la speranza, che è certezza, in Gesù Cristo. Egli può tutto. Anche ridare la Vita. La fede diventi preghiera al Padre come ha fatto Gesù. Non manchi mai. Sia nostra compagna di viaggio in questa ora triste della vita umana.

Prega

Eterno Padre, la tua gloria è l’uomo vivente; tu che hai manifestato la tua compassione nel pianto di Gesù per l’amico Lazzaro, guarda oggi l’afflizione di quanti piangono e pregano per i tuoi figli morti a causa del corona virus; con la forza del tuo Spirito richiamali alla vita nuova e dona loro il premio della gioia eterna. Amen.

 

Vincenzo Di Palo

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