29 gennaio 2017 – Quarta domenica del Tempo Ordinario

Rallegratevi ed esultate,
perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.

Domenica IV del Tempo Ordinario per l’Anno A

Matteo 5,1-12; Sofonia 2,3; 3,12-13; Salmo 145; 1 Corinti 1,26-31

di don Pino Germinario

The Sermon on the Mount Carl Bloch, 1890

Carl Heinrich Bloch, Discorso della Montagna, 1877, Museum of National History at Frederiksborg Castle, Hillerød

Il Vangelo di Matteo pone, all’inizio della attività pubblica di Gesù, la sua predicazione, il suo annuncio, il suo programma di vita e di salvezza.

Come nell’antico testamento la Legge era stata data agli Israeliti sul monte Sinai, così Gesù si pone “sul monte” come “il Maestro” e trasmette e rivela ai suoi discepoli, non delle nuove norme ma il Dono, la Grazia  che Dio fa agli uomini per mezzo di Lui.

La parola di Gesù è veramente luce che illumina interiormente gli uomini, apre le menti, fa comprendere lo stile di Dio.

L’oggetto della rivelazione è Gesù stesso come colui nel quale Dio si compiace pienamente.

Nel “discorso” delle beatitudini Matteo raccoglie una serie di detti programmatici di Gesù che da una parte ci danno il ritratto del suo modo di pensare e di vivere e d’altra parte sono un progetto di vita per i discepoli di ieri e di oggi.

L’annuncio fondamentale, la bella notizia di ogni beatitudine è la sua parte finale:

Gesù è beato e i discepoli saranno beati

perché di essi è il regno dei cieli.
perché saranno consolati.
perché avranno in eredità la terra.
perché saranno saziati.
perché troveranno misericordia.
perché vedranno Dio.
perché saranno chiamati figli di Dio.
perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.

 Proprio per questi doni di Dio, per questo amore di Dio e per questa salvezza che Dio prepara, Gesù e i discepoli possono avere il coraggio

di essere poveri in spirito, di essere nel pianto, di essere miti,
di aver fame e sete della giustizia, di essere misericordiosi,
di essere puri di cuore, di essere operatori di pace,
di essere perseguitati per la giustizia,
di essere insultati e perseguitati.

Anche San Paolo nella prima lettera ai Corinti invita a non preoccuparsi se tra i cristiani non ci sono molti sapienti, potenti e nobili perchè Dio ha scelto proprio le persone semplici con le loro povertà, incoerenze e debolezze, per confondere i sapienti e i forti e per ridurre al nulla le cose che sono.

Nessuno può vantarsi davanti a Dio.

Il nostro vanto è in Cristo Gesù  il quale per noi è diventato sapienza per opera di Dio, giustizia, santificazione e redenzione.

E’ Lui che opera per mezzo nostro!

L’opera grande del Signore è attestata anche dal salmo responsoriale:

è Lui che opera e regna per sempre.

Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.

Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.

Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.

Dio fa grandi cose con le persone semplici: è il capovolgimento delle nostre prospettive umane. Lo canta anche Maria nel suo inno di ringraziamento al Signore:

9Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
50di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.

51Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

52ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;

53ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.

54Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
55come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

O Dio, che hai promesso ai poveri e agli umili la gioia del tuo regno,
fa’ che la Chiesa non si lasci sedurre dalle potenze del mondo,
ma a somiglianza dei piccoli del Vangelo,
segua con fiducia il suo sposo e Signore,
per sperimentare la forza del tuo Spirito.

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