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Natale è la tenerezza di Dio: il messaggio di don Pasquale

Natale 2018 - Messa in Nativitate Domini (9)Riportiamo, di seguito, la lettera che il parroco, don Pasquale, ha scritto e inviato a tutti i parrocchiani di San Bernardino per augurare un buon Natale e un Anno veramente Santo. La comunità parrocchiale di San Bernardino, tutti i gruppi e associazioni parrocchiali e la redazione del giornale parrocchiale ComUnione colgono l’occasione per augurare a tutti un Santo Natale 2019 e un Felice Anno 2020, intriso della Misericordia e della Grazia di Dio.

Carissimo/a, con grande affetto, nella ricorrenza del Natale, mi permetto di entrare nella casa del tuo cuore per manifestarti la mia vicinanza e donarti gli auguri di pace nel nome di Gesù, nostro unico Salvatore!
In famiglia, sin da piccoli, ci prepariamo alla festa del Natale addobbando l’albero, collocando le luci sui balconi e per le strade, ma soprattutto allestendo il presepe, grande o piccolo, con personaggi antichi o con quelli di fattura più moderna.
In esso, le montagne e i ruscelli, gli angeli e la stella cometa, le pecore e i pastori, i mendicanti e i magi partecipano alla festa della nascita di Cristo. Solo Erode, forte del suo delirio di onnipotenza, è chiuso all’annuncio di gioia che sgorga dal Dio Bambino. Infatti, la presenza di Gesù accorda un nuovo significato alla storia, indicando, non nel potere, ma nell’amore e nel servizio, la via per costruire un mondo più umano e fraterno in cui nessuno possa sentirsi solo ed escluso.
Nella grotta, accanto a Gesù troviamo Maria e Giuseppe. La Madonna è sempre vicina al suo Figlio per indicarci che solo abbandonandosi nella fede alla volontà di Dio si può assaporare il calore della condivisione. Giuseppe, uomo giusto del Vangelo, custode della sua famiglia, ci insegna che è fonte di comunione profonda impegnarsi per proteggere, difendere e testimoniare, con coraggio, ciò che è giusto e bello.
La Santa Famiglia di Nazareth non rimanda a un modello impossibile da attuare nel nostro tempo, ma viene incontro con misericordia ai più bisognosi, invitando ad accogliere la novità di Gesù che guarisce le ferite, realizza la convivialità e genera la fiducia.
Di solito nei nostri presepi, nella grotta, dietro la culla, poniamo il bue e l’asinello. Nei Vangeli essi non sono citati, eppure, la loro presenza manifesta che davanti a Dio occorre rimanere in silenzio per farsi coinvolgere dallo stupore suscitato da un bambino che è il Signore, autentico cibo che sfama la fame e la sete di amore di ogni uomo e donna della Terra.
Pertanto, la celebrazione del Natale richiama in ciascuno di noi la tenerezza di Dio che ci invita a seguirlo nella santità, facendo nascere Gesù nei pensieri, nelle parole e nei gesti quotidiani della nostra giornata, nella certezza che l’autentico cambiamento parte dal proprio cuore. Non rimaniamo insensibili dinanzi al male che è presente nel mondo, collaboriamo a gettare nei solchi della storia i semi di speranza che, a piene mani, potranno essere sparsi se ritorneremo a essere più umili e fratelli. La nostra vita, dal Natale di Gesù, diventi “un’arca di pace e non un arco di guerra” (don Tonino Bello).
Auguri. Coraggio. Dio, l’Emmanuele, è con noi! Lui ti vuole bene. Anch’io te ne voglio e ti sono accanto con la mia preghiera.

 

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