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La Liturgia della Parola: dal Vangelo alla preghiera universale (parte IV)

Evangeliario (1)La mensa della Parola, che ci nutre offrendo al nostro attento ascolto i tesori della Bibbia, ha il suo momento più significativo nella lettura della pericope evangelica. La liturgia richiede, per questo momento in cui Gesù si fa presente con la sua Parola, profonda venerazione. Per questo motivo, con la sola eccezione dei Vangeli della Passione, solitamente proclamati in forma dialogata, la lettura è riservata ad un ministro consacrato, diacono o presbitero, che si prepara alla proclamazione con la benedizione e la preghiera, mentre l’Assemblea, in piedi, canta l’Alleluia ed il lettore recita il versetto.

Nelle Messe solenni con maggiore evidenza si manifesta la venerazione per la Parola del Signore. L’Evangeliario, che la contiene, molto spesso prezioso anche nel suo aspetto esteriore, durante la processione introitale, è solennemente ostenso (mostrato) dal Diacono e deposto sulla mensa dove la Parola si farà carne e sangue di salvezza. Al momento della proclamazione, lo stesso Diacono lo preleva dell’altare e in forma processionale, accompagnato da due accoliti muniti di candele accese, lo porta all’ambone. Dopo aver salutato l’Assemblea, il Diacono annuncia il nome dell’Evangelista autore del brano, traccia segni di croce sulla fronte, sulla bocca e sul cuore e sull’Evangelario che, subito dopo, incensa. Anche i fedeli tracciano segni di croce sulla fronte, sulla bocca e sul cuore ad indicare che la Parola deve essere compresa, accolta e diffusa. Al termine della lettura, dopo I’acclamazione, lo stesso Diacono bacia l’Evangeliario. Se il Presidente della Celebrazione è il Vescovo, lo porta a quest’ultimo che lo bacia  e con esso benedice l’Assemblea.

È il momento dell’Omelia. Come aveva fatto con i due discepoli sulla via per Emmaus Gesù, attraverso il Celebrante, “spiega il senso delle Scritture” appena ascoltate perché producano frutti concreti nella vita di ciascuno. Scopo dell’Omelia è, dunque, aiutare il fedele a vivere la sua fede in maniera autentica e secondo il volere di Dio. Per questo motivo l’Omelia, obbligatoria la domenica e nelle altre solennità, e vivamente raccomandata anche per le Messe feriali. All’Omelia segue un momento di silenzio meditativo terminato il quale l’Assemblea esprima, quando i tempi liturgici lo consentono, il pieno assenso a quanto ascoltato, confermando la propria fede attraverso la recita dei Credo che racchiude tutte le verità insegnate da Gesù, testimoniate dagli Apostoli, accolte e tramandate dalla Chiesa.

La liturgia della Parola si conclude con la Preghiera universale o dei fedeli strutturata in modo che alle varie intenzioni proposte si risponda con una invocazione. L’introduzione (invito a pregare per le necessità della Chiesa e del mondo intero) e la conclusione (supplica rivolta ai Padre perché si degni di accogliere le preghiere formulate), spettano al Presidente della Celebrazione. Le preghiere, proposte da uno o più fedeli, sono libere: tuttavia, le istruzioni liturgiche prescrivono che non si trascuri di pregare per la Chiesa, per i governanti, per i poveri ed i sofferenti, per tutti gli uomini e le necessità del mondo intero.

di Gaetano la Martire

 

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