Come coltivare l’amore nella famiglia?

parrocchia san bernardino molfetta - rubrica famiglia amoris laetitia coltivareSe ci è capitato di prendere tra le mani il testo di «Amoris Laetitia», abbiamo sicuramente avuto modo, personalmente, di scoprire quanto e come parli non solo di teologia del matrimonio, ma di sposi e famiglie nella loro quotidianità e nel contesto storico e sociale che abitiamo e che siamo chiamati a vivere. Infatti, l’auspicio dell’intera esortazione è offrire un focus sull’amore coniugale che possa ambire, con la grazia del sacramento, alla carità coniugale, ossia alla pienezza con la quale Cristo ci ha amati.

INNO ALLA CARITÀ

«Non potremo incoraggiare un cammino di fedeltà e di reciproca donazione se non stimoliamo la crescita, il consolidamento e l’approfondimento dell’amore coniugale e familiare» (AL 89). Con questa preoccupazione di accompagnamento, cuore pulsante della guida di Papa Francesco è l’inno alla carità, quale compendio di alcune caratteristiche del vero amore:

«“La carità è paziente, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta” (1 Cor 13,4-7). Questo si vive e si COLTIVA nella vita che condividono tutti i giorni gli sposi, tra di loro e con i loro figli» (AL 90).

 

COME SI “COLTIVA”?

È questo un testo biblico conosciutissimo, che spesso si sente lontano dalle proprie possibilità, così ancor prima di soffermarsi un po’ su alcuni di questi atteggiamenti, potrebbe essere d’aiuto approfondire la parola “coltivare”, per poi applicarla alla vita degli sposi.

Andiamo all’immagine agronomica del coltivare. Coltivare significa curare un terreno o una pianta per renderli capaci di dare dei frutti, grazie al lavoro, alla concimazione e agli altri mezzi opportuni. Sono imprescindibili determinati passaggi: 1) occorre dissodare il terreno e farlo pronto per la semina; 2) prodigarsi affinché tale semina germini, innestandosi in una radicazione forte e solida per una piantina sì tenera, fragile, ma promettente; 3) proteggere e consolidare quella pianta irrigandola e nutrendola, fiduciosi di un raccolto abbondante e foriero di grandi soddisfazioni.

parrocchia san bernardino molfetta - rubrica famiglia amoris laetitia coltivareOra applichiamo a mo’ di metafora questi stessi passaggi all’amore coniugale e familiare. Il dissodare il terreno è il tempo del fidanzamento, della conoscenza, quando ci si dà lo spazio di far parlare le proprie personalità, di far emergere pregi e fragilità e si compie il passaggio dall’innamoramento all’amore; nonché quando si cerca di liberarsi da condizionamenti, interferenze, omologazioni e pregiudizi.

Così si pongono le basi per decentrarsi da sé, assaporare e condividere il bene dell’altro, senza atteggiamenti di superiorità, ma allenandosi nello spegnere l’orgoglio e affinare l’arte dell’umiltà. Uno stile di vita che inizia con il partner e che poi si proietta all’esterno della coppia, senza indignazioni e aggressività, ma nel rispetto delle posizioni e delle gradualità altrui. La logica del perdono, poi, è difficile da comprendere, ma quando la si approccia rende forti per superare delusioni e offese.

 

LA SEMINA DEL “NOI”

Quando ci si ritiene pronti per la semina, quel seme è già l’espressione di quel “noi” che risponde alla propria vocazione, che sceglie il sacramento, che nasce al graduale cammino di corresponsione all’amore di Cristo per la Chiesa. Ed è la forza del sacramento che benedice quell’unione, ne favorisce e ne vivifica le radici e spinge quell’amore a germinare ed emergere con una ambizione diversa, che si chiama speranza di un sentimento sovrabbondante, senza misura, senza ricompense, che si ripromette, pur tra tante fragilità possibili, di innalzarsi sul terreno fertile della carità, le cui piantine diffondono l’aroma più proprio del darsi che del ricevere.

parrocchia san bernardino molfetta - rubrica famiglia amoris laetitia coltivareQuella piantina, successivamente, deve crescere e irrobustirsi, irrigata e concimata da amorevoli attenzioni, delicate sensibilità, paziente attesa dei tempi opportuni e allenata capacità di sopportare e supportare intemperie, malattie e minacce. “Tutto” potrà essere affrontato con il dinamismo dell’amore, che sorvola su errori e debolezze del coniuge e che lo benedice facendone emergere sempre le qualità, perché l’amore umano convive con fragilità e imperfezione.

Ci si prodiga per appartenersi senza soffocamenti, sprigionando libertà creative e stupefacenti di sé, attorno a sé, per rinvigorire la bellezza di ogni potenzialità e sarà speciale fortificarsi dal superare insidie e preoccupazioni, godendo della serenità e del benessere che solo insieme riusciamo a darci.

«Nella vita familiare c’è bisogno di coltivare questa forza dell’amore, che permette di lottare contro il male che la minaccia» (AL 119).

«Signore, dacci oggi “il nostro amore quotidiano”!»  (AL 90-119). È un’invocazione che dà voce alla nostra fame d’amore, nutrita sì dai doni di Dio, ma affidata all’impegno, alla tenacia, alle cure instancabili del nostro “coltivare” quotidiano. Ci affidiamo all’intercessione di Maria Santissima     Immacolata, affinché guardando Lei, comprendiamo il coltivare l’amore obbediente, umile e paziente.

 

Cassiana Albanesec
onsulente familiare

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