5 dicembre 2021 – 2^ domenica di Avvento

Oggi, seconda domenica di Avvento, il profeta Barucci invita a «stare in piedi sull’altura» e a «guardare verso l’Oriente».

Occorre rifiutare l’immobilismo. Chi si accontenta delle posizioni acquisite non proverà mai la voglia di salire sull’altura. Chi si limita a difendere il comfort privato non accetta di aprire gli occhi verso una prospettiva più ampia. Se si rimane nella valle delle abitudini opache e consolidate, che cosa si può vedere?

Non c’è nulla che valga a destare in esse un po’ di gioioso stupore.

Guardare verso Oriente significa spiare ciò che ora sta accadendo. Il ricordo di Dio, infatti, non è commemorazione nostalgica, ma impazienza di liberazione. Sull’altura non si danno convegno i soddisfatti, ma le creature del desiderio.

 Cogliere l’essenziale! La comunità cristiana può essere segno di speranza per il mondo nella misura in cui sa affrontare i veri problemi, lasciando da parte le polemiche inutili, le beghe da comari. L’importante non è affermarsi più bravi degli altri, ma crescere nella carità.

 Vedere la salvezza! Il brano del Vangelo di Luca inizia con un groviglio di nomi, i nomi dei vari detentori del potere del tempo. Dietro questa ossessiva scansione di nomi si ha come l’impressione di sentire fragore di armi, di prepotenza e di violenza. Ma la storia non è solo violenza!

Ciò che conta, infatti, è un evento: la parola di Dio «discende su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto». La parola di Dio risuona sulle labbra dell’ultimo dei profeti dell’Antico Testamento, incaricato di annunciare la salvezza ormai presente.

Apparentemente i potenti del momento conducono la storia. La storia decisiva, in realtà, è quella portata avanti da Dio. Il suo luogo non è il palazzo, ma il cuore dell’uomo.

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