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Giovani e Lavoro, sfida quotidiana

Giovani e lavoroParlare del rapporto tra giovani e lavoro, in questo particolare periodo storico, è argomento piuttosto delicato. Fin da piccoli, siamo stati abituati all’idea che crescendo, ad un certo punto, le nostre vite si sarebbero incrociate con il mondo del lavoro, ma nel corso del tempo e in particolar modo negli ultimi anni, queste certezze sono venute meno e chi ha subito e sta subendo maggiormente il peso di questa instabilità, sono proprio i giovani.

Il lavoro nella vita di un individuo non è da intendersi esclusivamente come soddisfazione personale o compenso economico: dietro questa parola si nasconde, a mio parere, un significato molto più ampio e complesso.

 Avere la “certezza” che, terminato il percorso di studi scolastico o universitario, inizierà una nuova esperienza di vita nella quale il lavoro ha un ruolo decisivo, rafforzerebbe in un giovane ragazzo/a la propria autostima, lo rassicurerebbe, gli darebbe la possibilità di pensare ad una stabilità affettiva e conseguentemente familiare, gioverebbe ai rapporti personali con gli altri. Nella realtà, purtroppo, tutte queste certezze vengono meno e questa è una delle principali cause che crea nei giovani di oggi crisi d’identità.

Non si tratta solo di lavoro, ma di quanto questo incida sull’identità personale, partendo dalla considerazione che avere certezze significa anche essere consapevoli di se stessi.

Ed ecco che nella realtà quotidiana ci si trova ad affrontare e a vivere un rapporto con il lavoro tutt’altro che semplice, per certi versi quasi conflittuale e frustraste, dal momento che pochissimi ragazzi riescono a lavorare nel settore che hanno sempre sognato e spesso per farlo sono costretti ad allontanarsi dalle proprie famiglie e a vivere lontano. Altri ancora, in attesa del lavoro perfetto, si smarriscono e si chiudono in se stessi, trascorrendo lunghi periodo alla ricerca di qualcosa che lì gratifichi e che sembra non arrivare mai. Altri sono costretti a rinviare decisioni importanti come il sogno di realizzare una famiglia, perché non ci sono i presupposti economici che consentano di vivere serenamente il quotidiano. Insomma, un quadro tutt’altro che roseo.

È anche vero che molti giovani danno per scontato che le cose andranno male e, quindi, si abbandonano a loro stessi senza neanche provarci, e questo atteggiamento è del tutto sbagliato e pericoloso, perché, come ci insegna il Vangelo, di fronte alle difficoltà non bisogna mai arrendersi e si deve avere il coraggio di rialzarsi, di andare avanti, di inventarsi e di costruirsi un futuro.

Quello che direi ai giovani di oggi è che bisogna partire dalle piccole cose per poter arrivare a grandi risultati: e questo richiede dedizione, sacrificio, impegno, forza di volontà. Probabilmente, si impiegherà più tempo rispetto a qualche anno fa’, ma le sfide vanno sempre accettate, affrontate e soprattutto vissute serenamente perché, laddove ci sono tutte queste condizioni, si riescono a raggiungere grandi obiettivi.

Probabilmente, non si farà subito l’esperienza lavorativa perfetta o si sarà costretti a prendere decisioni importanti, come doversi allontanare dalla famiglia e dagli amici di sempre, e in quel momento sembrerà che tutto stia andando per il verso sbagliato: ma questi piccoli passi potranno essere l’inizio di una nuova avventura chiamata “Vita” ed io non posso che essere testimone di quest’esperienza tante volte difficile ma semplicemente meravigliosa. Il Signore ci chiama accanto a lui a vivere il presente per costruire il futuro e noi con coraggio non possiamo che accettare questa sfida seguendo il suo esempio.

 

Cecilia Vista

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