24 luglio 2016 – Domenica della preghiera fiduciosa al Padre

DOMENICA
DELLA PREGHIERA FIDUCIOSA AL PADRE
CHE DARÀ LO SPIRITO SANTO A QUELLI CHE GLIELO CHIEDONO

XVII del Tempo per l’Anno C

Luca 11,1-13; Gen 18,20-21.23-32 , Sal 137; Col 2,12-14

di don Pino Germinario

 

Beato Angelico, Discorso della montagna, 1438-1440, Museo Nazionale di San Marco, Firenze

Beato Angelico, Discorso della montagna, 1438-1440, Museo Nazionale di San Marco, Firenze

Per noi, discepoli di Gesù, imparare a pregare NON significa imparare alcune formule di preghiera, ma comprendere la paternità di Dio e vivere come suoi figli.

7Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. 8Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.(Mt 6)

Non sono importanti le parole ma la fede in Dio, la certezza che Dio ci ama.

Attraverso la preghiera siamo chiamati a ripetere in noi l’esperienza “del discepolo che Gesù amava” di cui si parla nel Vangelo di Giovanni.

Quel discepolo – al di là della sua esatta identificazione – è simbolo del discepolo ideale di Gesù che si sente amato da Gesù in modo particolare e proprio questo lo porta ad essere discepolo.

In realtà ogni discepolo, di ogni luogo e di ogni tempo, è stato scelto e amato da Gesù.

9Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. 10Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. … 12Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi…. 16Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 17Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri. (Gv 15)

La preghiera manifesta e esprime, per quanto possibile, questo rapporto di amore.

Per questo la preghiera non può essere intesa come una formula magica che ci permette di ottenere quello che vogliamo.

Essa è invece l’apertura sincera e totale, a Dio che ci ama, del nostro cuore e della nostra vita in tutti i suoi aspetti.

E’ un appello all’amore di Dio perchè ci doni il Suo Santo Spirito, ci aiuti  e ci sostenga nel compiere pienamente ciò che il Suo amore ci chiede, e ci dia la capacità di rispondere con amore all’amore che Lui ha per noi.

Chi prega impara a non preoccuparsi per sé stesso perchè sa che il Signore lo ama.

23Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. (Gv 14)

La preghiera deve essere aperta e attenta a tutto ciò che accade vicino a noi e nel mondo intero.

Un esempio è la preghiera di Abramo che intercede per gli abitanti di Sodomia e chiede che il Signore per amore dei giusti, anche se pochi, salvi l’intera città.

Si tratta di considerare il Signore come un amico e un padre.

Come un padre o un amico umano non faranno mancare l’aiuto che viene loro chiesto così il Signore farà lo stesso con noi.

A Dio chiediamo lo Spirito Santo, cioè la grazia per vivere bene, la sua amicizia, il suo affetto, la sua misericordia.  Chiediamo la capacità di mettere in pratica la sua Parola, di rifiutare il male, di progredire nel bene, di diventare sempre più simili al nostro Maestro, la capacità di amare, di perdonare, di essere vicini gli uni agli altri come il Signore è vicino a noi.

San Paolo nella seconda lettura ci ricorda che il Signore ha perdonato tutte le nostre colpe attraverso la sua morte e risurrezione. La misericordia di Dio sovrabbonda in noi liberandoci dal peccato. Seguendo Gesù anche noi possiamo imparare nella preghiera il suo stile di amore.

Rivelaci, o Padre,
il mistero della preghiera filiale di Cristo,
nostro fratello e salvatore e donaci il tuo Spirito,
perché, invocandoti con fiducia e perseveranza,
come egli ci ha insegnato,
cresciamo nell’esperienza del tuo amore.

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