29 maggio 2016 – DOMENICA del SS. Corpo e Sangue di Cristo

DOMENICA del SS. Corpo e Sangue di Cristo

Anno C

PRENDETE E MANGIATE; PRENDETE E BEVETE

FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME

Luca 9,10-17;Genesi 14,18-20; Salmo 109; 1 Corinzi 11,23-26

di don Pino Germinario

L’invito di Gesù sull’Eucarestia è concreto e operativo: prendete, mangiate, bevete, fate questo in memoria di me.

«Ogni volta che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga». (2 lettura)

«Sacerdote vero ed eterno, egli istituì il rito del sacrificio perenne; a te per primo si offrì vittima di salvezza, e comandò a noi di perpetuare l’offerta in sua memoria. Il suo corpo per noi immolato è nostro cibo e ci dà forza, il suo sangue per noi versato è la bevanda cha ci redime da ogni colpa». (Prefazio I della Santissima Eucarestia).

E’ il sacramento della comunione tra Dio e noi. Il Signore si fa presente, si fa vicino, manifesta pienamente la nostra unione con Lui e tra noi.

Non è qualche cosa da ammirare da lontano, ma da mangiare, da bere, da celebrare e soprattutto da vivere.

Certo non è un qualsiasi cibo e bisogna accostarsi ad esso degnamente ma deve essere “utilizzato e consumato” con rispetto ma senza timore come “cibo spirituale”, “pane di vita eterna” e “calice dell’eterna salvezza”.

Il sacramento dell’Eucarestia è la Pasqua che sempre si realizza per noi e in mezzo a noi ed è il nutrimento necessario della nostra vita cristiana.

Il testo di Luca sulla moltiplicazione dei pani è un “anticipo” di quello che il Signore farà nell’Eucarestia. Si mostra in grado di sfamare a sazietà una moltitudine di persone in un luogo deserto. Allo stesso modo è in grado di “saziare” con la sua presenza il nostro spirito nel deserto e nelle difficoltà della nostra vita quotidiana.

Il testo di S. Paolo ai Corinzi è il più antico che abbiamo sull’istituzione dell’Eucarestia. È stato scritto prima dei vangeli e S. Paolo dice di aver trasmesso quello che ha ricevuto. Pochi anni dopo la morte di Gesù il rito dell’Eucarestia era già formato, celebrato e trasmesso.

Come abbiamo detto della Trinità, anche l’Eucarestia è tipica del Nuovo Testamento, ma rileggendo dopo la morte e la risurrezione di Gesù, alcuni brani dell’Antico Testamento possiamo trovare qualche “prefigurazione” dell’Eucarestia.

Quest’anno abbiamo, come prima lettura, un brano tratto dalla Genesi che parla di un personaggio misterioso dell’Antico Testamento citato solo qui e nel Salmo 110 riferito al Messia:

1 Oracolo del Signore al mio signore: «Siedi alla mia destra…
3 dal seno dell’aurora,come rugiada, io ti ho generato.
4 Il Signore ha giurato e non si pente: »Tu sei sacerdote per sempre
al modo di Melchìsedek».

La lettera agli Ebrei applica il Salmo a Cristo e lo riconosce sacerdote per sempre, non secondo l’ordine di Levi o secondo la tradizione giudaica, ma “al modo di  Melchìsedek”

Il nome Melchìsedek vuol dire “re di giustizia”, più che un nome è un titolo che indica “colui che regna secondo il diritto”, il “re legittimo”.

Viene indicato come re di Salem, antico nome di Gerusalemme, che significa “pace”.

Quindi  Melchìsedek è re di giustizia e di pace e sacerdote del Dio altissimo, offre ad Abramo pane e vino e lo benedice. A lui Abramo dà la decima di ogni suo possesso.

La lettera agli Ebrei riconosce il sacerdote Melchìsedek come una figura molto importante, più grande di Abramo, più grande del sacerdozio di Levi.

Melchìsedek che benedice Abramo e gli offre pane e vino è visto come figura di Cristo, Sacerdote della nuova ed eterna alleanza che offre il pane e il vino dell’Eucarestia cioè il suo Corpo e il suo Sangue: è lo stesso Cristo presente nella nostra liturgia:  è la fonte della nostra forza, è l’antidoto al peccato, è l’energia per vivere da cristiani e raggiungere la pienezza della misericordia di Dio.

E’ la comunione con Dio e con i fratelli che noi siamo chiamati a mangiare, bere e fare e vivere in memoria di Cristo finché egli venga.

 

Dio Padre buono,
che ci raduni in festosa assemblea
per celebrare il sacramento pasquale
del Corpo e Sangue del tuo Figlio,
donaci il tuo Spirito,
perché nella partecipazione al sommo bene
di tutta la Chiesa,
la nostra vita diventi un continuo rendimento di grazie,
espressione perfetta della lode
che sale a te da tutto il creato.  

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