Un sogno per rispondere al progetto che DIO ha su ciascuno di noi

 

 

 

Domenica 18 Dicembre 2022, IV domenica di avvento. L’Azione Cattolica e ’Oratorio ANSPI hanno organizzato una giornata di spiritualità con i giovani e gli adulti presso il seminario arcivescovile di Bisceglie.

Accompagnati da don Vito, al quale abbiamo riservato un caloroso augurio per il suo compleanno, abbiamo partecipato alla celebrazione eucaristica, da lui presieduta, in un clima pieno di fede e speranza.

Subito dopo ci siamo radunati presso l’auditorium per vivere un momento di riflessione dal titolo “Un sogno per rispondere al progetto che DIO ha su ciascuno di noi”. Sogno perché nel vangelo della IV domenica di avvento, tratto da Matteo (1,18-24), si racconta della nascita di Gesù Cristo attraverso due personaggi unici : Maria e Giuseppe.
A Maria, promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme, fu annunciata la gravidanza per opera dello Spirito Santo, mentre a Giuseppe, uomo giusto, apparve in sogno l’arcangelo Gabriele che gli disse “Giuseppe, figlio di Davide, non temere”. Quelle stesse parole erano state dette a Maria: “Non temere, perché hai trovato grazia presso Dio”. I due annunci hanno come sfondo biblico la profezia di Isaia “Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa DIO è con noi”.

A questo punto, don Vito, ha voluto trasmetterci delle sue riflessioni traendo spunto dall’album musicale di Fabrizio de Andrè dal titolo “La buona novella”. La prima riflessione è stata arricchita dall’ascolto della canzone “Il ritorno di Giuseppe”. In essa si racconta del rientro del
falegname a Gerusalemme, dove Maria lo accoglie, implorando quell’affetto che non era ancora riuscita ad ottenere da nessuno. “E lei volò
tra le sue braccia come una rondine, e le sue dita come lacrime, dal tuo ciglio alla gola, suggerivano al viso, una volta ignorato, la tenerezza d’un sorriso, un affetto quasi implorato”. Nel salutarla Giuseppe abbraccia Maria e scopre, con stupore, che è incinta.
La seconda riflessione ha fatto riferimento al testo della canzone “Il sogno di Maria”, ambientata nel tempio dove, si immagina, viva Maria. Qui la fanciulla incontra un angelo che ogni sera le insegna una preghiera. Una sera l’angelo scioglie le mani di Maria che erano evidentemente giunte in preghiera e comincia a volare, in estasi, con la fantasia, in un sogno. “Nel grembo umido, scuro del tempio, l’ombra era fredda, gonfia d’incenso; l’angelo scese, come ogni sera, ad insegnarmi una nuova preghiera: poi, d’improvviso, mi sciolse le mani e le mie braccia divennero ali, quando mi chiese – Conosci l’estate – io, per un giorno, per un momento, corsi a vedere il colore del vento.” Maria, dopo aver raccontato a Giuseppe lo strano sogno, sfinita, inizia a piangere. L’immagine è portentosa: lei ha paura e dalla voce probabilmente tremolante questa paura passa agli occhi colmi di lacrime. Rimane con gli occhi semichiusi, cercando di sembrare calma ma è in attesa dello sguardo indulgente di Giuseppe che la sta ascoltando. Ovviamente lei non sa se Giuseppe crederà al suo sogno o se la ripudierà o

sarà lapidata perché accusata di adulterio.“E la parola ormai sfinitasi sciolse in pianto, ma la paura dalle labbra si raccolse negli occhi semichiusi nel gesto d’una quiete apparente che si consuma nell’attesa d’uno sguardo indulgente.”
Don Vito, è passato poi ad esortarci a guardare a Giuseppe, definito un uomo giusto, uno che cerca la volontà di DIO, che scruta i segni, che si interroga sul cammino che DIO ha riservato per ciascuno di noi. Per Giuseppe è necessario anteporre il piano di DIO a quello personale. Ecco perché viene definito giusto. Giuseppe, papà di Gesù ha un cuore di padre. Giuseppe è padre di Gesù e non genitore, perché genitore è colui che genera, padre è colui che dona al figlio tutto quello che è necessario per vivere con amore, sicurezza e protezione.
E anche noi siamo chiamati ad obbedire a DIO, a rinunciare ad essere egocentrici, autoreferenziali, insomma a vivere tutti in relazione con Gesù, a servizio dell’umanità, ad assomigliare più ad un ospedale da campo che ad un museo.
Infine, don Vito, ha voluto ricordarci come il nostro amatissimo vescovo don Tonino Bello, nella lettera “La carezza di Dio”, dedicata a Giuseppe, ha voluto ricordare il gesto dello spezzare il pane, gesto che farà Gesù prima di morire, a condividere con LUI il pane, il vino e l’acqua, trilogia di una esistenza ridotta all’essenziale. Nel salutare Giuseppe, perché si è fatto tardi, don Tonino ci ricorda della cena pronta, cena di povera gente fatta di pane, vino e acqua.
Per concludere, don Vito, ci presenta l’altra figura, Maria. Maria che cammina tra la gente che le si raccoglie accanto e la lascia passare come si deve ad una donna incinta in prossimità del parto. Adesso tutti la guardano, ma non con la cattiveria di quando era impura nel tempio. ma semplicemente perché è veramente prossima al parto e colma d’amore:

L’evento si è concluso con un pranzo conviviale sempre nel seminario arcivescovile.

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