Dicono di noi …

La prima festa senza i salesiani, don Dario Vacca:
«I carismi di don Bosco restano invariati»

 

sg1234All’inizio il cambiamento è stato duro,: innanzitutto da accettare, in secondo luogo da assimilare. Non sono mancati i musi lunghi e e perché no, anche qualche scontro di idee. Ma penso che la scelta di profili come quelli di Don Raffaele Gramegna e Don Dario Vacca abbiano riappacificato tutti”, parole di Sergio Porta, uno tra i ragazzi più attivi all’interno della comunità della parrocchia San Giuseppe, che vede da qualche mese don Raffaele Gramegna come parroco e don Dario Vacca come vice parroco.

Cambia tutto, o quasi. Oggi si celebra don Bosco. E la memoria non può non andare a quel santo che ha fatto tanto per i giovani. E per l’oratorio della parrocchia San Giuseppe.

“Le attività dopo un primo periodo di assestamento sono riprese a pieno regime. Riprendendo un po’ il tema della Strenna del rettor maggiore Don Angel Fernandez Artime “La Santità anche per te” , illustrata impeccabilmente da Don Cristiano Ciferri e vecchia conoscenza del nostro oratorio – sono le parole di Sergio Porta, che poi racconta un aneddoto che vede protagonista anche il nuovo parroco della comunità – Don Raffaele sorridendo ci ha detto che per quello che ci è successo nell’ultimo periodo e per la collaborazione che ci sta mettendo tutta la comunità, attraverso i vari gruppi, dal CGS “don Tonino Bello” nell’organizzazione di tutti gli eventi, al CNOS Sport e al gruppo Danza nella gestione degli eventi sportivi, dal gruppo ADMA al gruppo Mamma Margherita e Caritas, per finire ai Cooperatori e agli ex allievi, o diventiamo santi adesso o non lo diventiamo più, o se vogliamo dirla alla don Bosco ‘camminate coi piedi per terra e col cuore abitiamo il cielo’.”

db_chiusoMa oggi, tolto il contagioso entusiasmo dei ragazzi che affollano l’oratorio don Bosco, che aria si respira?

“La comunità credo abbia risposto benissimo al cambiamento, ci siamo ravvicinati notevolmente alle attività della diocesi ed alle altre parrocchie, ad esempio quest’anno parteciperemo anche noi all’iniziativa del comitato feste patronali con la realizzazione di un piccolo falò in onore di San Corrado. Non ultimo il torneo di calcio in onore di don Bosco, oggi è prevista la finale, che ha riscosso notevole successo a livello cittadino, e che ha visto come protagonisti, non soltanto i ragazzi della nostra comunità ma anche quelli di altre parrocchie. Penso che il cambiamento l’abbiano sentito un po’ tutti, persino ex frequentatori dell’oratorio e di questa bellissima realtà”, è l’ultimo pensiero di Sergio Porta, sull’aria che si respira oggi nel luogo che prima fu dei salesiani.

Ma oggi si volta pagina. Non dimenticando certo il passato. Vivendo, passo dopo passo, il presente. E progettando il futuro. Sempre con l’aria dell’oratorio sotto le narici.

“L’aria che si respira credo sia sempre la stessa, il clima di gioia e di festa è sempre presente nelle nostre attività, in cortile, nelle celebrazioni liturgiche, nei nostri incontri. Nonostante il primo impatto sia stato impegnativo e all’insegna dell’ accoglienza reciproca – Sono le parole di don Dario Vacca, vice parroco della comunità, nonché molto vicino ai giovani, vivendo l’impegno della Pastorale Giovanile in prima persona, che illustra il programma in ricordo di don Bosco – Tutti i sacerdoti della città di Molfetta sono invitati dalla comunità per il consueto pranzo di don Bosco, un momento conviviale per stare assieme sotto la protezione del santo dei giovani e patrono dei nostri oratori. Nel pomeriggio ci sarà la celebrazione eucaristica presieduta dal nostro vescovo Sua Ecc.za Mons. Domenico Cornacchia alle ore 18.30, con la presenza di tutti i membri e le realtà oratoriali del territorio molfettese, ci saranno anche i giovani che hanno partecipato alla don Bosco Cup, il primo torneo per giovanissimi dal I al V superiore, e la comunità tutta. Successivamente ci si sposterà in cortile per disputare la finale del torneo e per vivere un momento di svago, gioco e spensieratezza all’insegna della musica e dello stare insieme. Il tutto si conclude con la premiazione del torneo e il consueto panino con la mortadella di don Bosco”

 

Festa e oratorio. Cambiano gli addendi, ma il risultato non cambia. In buona sostanza, l’oratorio c’è e ci sarà. Il grande entusiasmo della comunità, anche. Cambia la rotta, non la sostanza.

“Il cambio rotta per questa comunità ha significato molto. Ogni cambio, credo, abbia in se un duplice aspetto, uno doloroso per ciò che si perde, un altro speranzoso per chi resta non come spettatore impassibile, ma con voglia di mettersi in gioco ancora una volta.

Le potenzialità di questa parrocchia restano invariate, i vari carismi e la stessa presenza di don Bosco non sono annullate”, conclude così don Dario.

“Solo con grandi fatiche, si ottengono grandi risultati”, citando don Bosco. Oggi i salesiani non ci sono più, ma la voglia di comunità, il gruppone contagioso della parrocchia San Giuseppe, c’è e ci sarà sempre.

Fonte: MOLFETTALIVE.IT

 

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