Messaggio di ringraziamento dall’ispettoria salesiana meridionale alla comunità

20180903_190547Un cordiale saluto a Lei Ecc.za da parte dell’Ispettore che avrebbe voluto essere presente oggi, ma che impedito, si riserva di venire a trovarLa a breve.

Così come è intenzione venire presto a Molfetta per incontrare la CEP, e manifestare tutta la sua stima e fiducia nei confronti di questa Comunità.

Personalmente non avrei mai pensato di essere io qui oggi a salutare e ringraziare questa bella comunità di S. Giuseppe – nella quale sia pur per poco tempo – mi sono trovato bene, ma che la ristrettezza del personale salesiano ha portato L’ispettore e il suo Consiglio a doverla riconsegnare alla Diocesi.

Sappiamo quanta sofferenza e disagio questa “andata via” dei Salesiani comporta; ma ci consola – ne siamo anche certi – il sapere che non verrà a mancare mai la presenza del Signore e la vita di grazia in questa comunità, come ha garantito il Signore “io sono con voi sempre “.

La disponibilità al cambio e la stessa obbedienza di tutti (presbiteri e fedeli), permetteranno di crescere nella libertà interiore, nel sano distacco, in una rinnovata conversione e vivacità pastorale e soprattutto in corresponsabilità sempre più piena.

E’ tutto questo inoltre diventa una bella opportunità non solo per ringraziare chi lascia e accogliere chi arriva, ma anche per prendere coscienza della situazione nella quale si trova la comunità, verificando a che punto si è, e precisare il cammino nel quale si intende proseguire.

Realisticamente dobbiamo dire che il passaggio della comunità salesiana ad un’altra lascia comunque un segno: spesso è memoria di bene, a volte memoria di fatica e dolore. Nel bene e nel male, restano per sempre radicate in chi guida e nella comunità quella ricchezza del cammino di fede, di amicizia, di gioia e del bene compiuto.

Voglio ricordare un’espressione di Papa Francesco:

“Volete una parrocchia perfetta? Niente chiacchiere! È la prima regola per farla funzionare. Occorrono pertanto testimoni di amore e speranza”.

A voi dunque viene affidato il patrimonio carismatico quello di D. Bosco, vissuto in questi anni, che non dovete disperdere cioè:

1. Sentire, come diceva Don Bosco questi ambienti come la vostra “casa”, per accogliere e sentirvi responsabile dei ragazzi e giovani.

2. vivere lo spirito di “famiglia”, uno spirito e uno stile che unisce tutta comunità (come a Valdocco), cioè il saper stare in mezzo ai ragazzi e ai giovani come padri e madri. E questo richiede un clima di mutua confidenza e di quotidiano perdono, il bisogno e la gioia di condividere tutto, per cui “i rapporti vengono regolati non tanto dal ricorso alle leggi, quanto dal movimento del cuore e della fede”. (cfr. Memorie biografiche di don Bosco III, 353; IV, 592).

3. Uno spirito si regge su quattro solide colonne: – Una Casa che accoglie, dove l’altro è ospitato con rispetto, attenzione, dialogo e ascolto, partendo dalla sua concreta situazione. – Una Parrocchia che evangelizza, cioè un luogo capace di offrire percorsi di vita cristiana che orientino all’incontro con il Signore e alla vita buona del vangelo.  – Una Scuola che avvia alla vita, cioè un luogo in cui vi è una crescita integrale attraverso una proposta culturale in grado di offrire dignità di vita e preparazione ad una cittadinanza attiva.  – Un Cortile per incontrarsi tra amici.

Sollecitati infine dai due Sinodi sulla famiglia e da quello dei giovani (in ottobre), vi auguro di intraprendere un cammino di sempre maggior donazione da parte di tutti in continuità con quanto avete vissuto in questi anni, continuando a valorizzare la ricchezza delle Associazioni presenti in parrocchia che si ispirano al carisma di Don Bosco.

A nome dell’Ispettore Don Angelo Santorsola e di tutta l’Ispettoria, che a malincuore hanno dovuto fare questa scelta, porgo ancora un vivo grazie al Vescovo, che ha compreso e condiviso la scelta operata, alla comunità salesiana, che ha operato in tutti questi anni, e all’ intera comunità parrocchiale e a ciascuno di voi qui presente.

Fraternamente, l’augurio di un cammino fecondo.

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