IL BICENTENARIO DELLA NASCITA DI DON BOSCO: un momento di grazia

Poster_STRENNA_2015_IT_MediumGià sono partite la varie date di inaugurazione, a livello mondiale e a livello ispettoriale (la nostra Ispettoria  IME comprende le regioni Campania, Puglia, Basilicata e Calabria), dell’anno bicentenario della nascita di don Bosco (16 agosto 1815-16 agosto 2015). Ora ci seguirà quella locale(Molfetta e Diocesi) il prossimo 14 dicembre.

Più che essere le date di inaugurazione, esse sono i primi appuntamenti che ci permettono riflettere sul senso di questo bicentenario. Seguiranno altre date e altri appuntamenti nell’anno per continuarne la riflessione

È infatti il nostro Rettor Maggiore dei Salesiani, don Angel Fernandez Artime, a dirci che il bicentenario di don Bosco ha due volti complementari e integranti fra di loro: il volto più pubblico e ufficiale – delle date e degli avvenimenti – e il volto interiore – intimo e privato; quelle date e quegli  appuntamenti dicono e ci permette-ranno di riflettere insieme sul senso di questo evento:

Cosa ci rimane di don Bosco, a distanza di duecento anni dalla nascita?

Cosa vogliamo che ci rimanga di don Bosco a distanza di duecento anni dalla nascita?

La prima domanda ci parla dell’attualità del carisma di don Bosco.

Carisma è per noi dono di una vita, di uno di stile di vita, di un metodo pedagogico vissuto e consegnato ad altri educatori di giovani.

La seconda domanda risponde alla presa di coscienza per tutti noi di assumerci  la responsabilità di continuare sulla scia di don Bosco a operare per l’educazione.

Intanto ci ricorda il Papa nella Evangelii Gaudium (al n. 130): “Lo Spirito Santo arricchisce tutta la Chiesa che evangelizza anche con diversi carismi. Essi sono doni per rinnovare ed edificare la Chiesa. Non sono un patrimonio chiuso, consegnato ad un gruppo perché lo custodisca. Un chiaro segno dell’autenticità di un carisma è la sua ecclesialità, la sua capacità di integrarsi armonicamente nella vita del Popolo santo di Dio per il bene di tutti”.

Il carisma di don Bosco è carisma dato alla Chiesa. È non solo per i Salesiani, ma è per la Chiesa, per tutto il Popolo santo di Dio. Ed è un carisma educativo nel senso pieno della parola: “Desidero che siate buoni cristiani, onesti cittadini e un domani fortunati abitatori del Cielo” diceva don Bosco, e così aiutava i giovani a crescere. E li aspettava tutti in paradiso, nel giardino salesiano.

Difatti il carisma ha per destinatari chiunque è in crescita, anzitutto i ragazzi e i giovani. Ha dei contenuti fortemente educativi (il vangelo di Gesù vissuto in forma doc; l’onestà , l’autenticità nel comportamento civile e sociale; e la promessa del premio celeste). Ha un metodo educativo.

Don Bosco è diventato per tanti guida pedagogica e spirituale nel loro impegno e nella loro professione. Lui che si sentì quasi costretto a scrivere qualcosa sul suo modo di agire con i ragazzi e parlò del suo sistema educativo: ragione, religione e amorevolezza. Dove il tratto umano è molto importante, l’amorevolezza.

Dove i contenuti non si limitano soltanto a ciò che è umano, ma oltrepassano i confini dell’umano e travalicano nel soprannaturale, ugualmente congeniale all’umano tanto che Agostino ebbe a dire: “Tu ci hai fatti per te, o Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Te.” Una bella sintesi educativa!

Ora ci resta da chiederci: come possiamo rendere attuale e valido per l’oggi quello che disse e operò don Bosco ai suoi tempi?

I ragazzi e i giovani ci sono!

I contenuti indicati da don Bosco ci sembrano ancora validi?

Il metodo della trilogia ragione-religione-amorevolezza nella sua formulazione lo riteniamo ancora valido? E come esprimerlo?

Questa riflessione sul carisma di don Bosco e la sua attuazione saranno l’impegno del bicentenario.

Le occasioni non mancheranno. Ce lo ricorderanno i vari appuntamenti (il 14 dicembre 2014 la prima data, il 31 gennaio 2015 festa liturgica di don Bosco, i primi di maggio 2015 il  pellegrinaggio ai Luoghi salesiani, il 30 maggio 2015 una importante riflessione a livello comunitario), poi gli incontri dei giovani di Chiesa locale, nazionale e mondiale.

Ci ha ricordato il Rettor Maggiore riportando quanto disse l’apostolo Paolo al suo discepolo Timoteo: “Ravviva il Dono che hai ricevuto!” e noi ci sforzeremo di rinnovare quanto come noi Popolo di Dio abbiamo ricevuto.

Tutto ci porrà in clima di grazia. Se lo auspica Papa Francesco educato alla scuola di don Bosco che ha sempre ricordato l’educazione ricevuta nell’Opera Salesiana di Buenos Aires di Argentina.

don Antonio Gentile sdb

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