L'altare, ristrutturato nel 1969, era di patronato della famiglia Uva. Passò ai Vista nel 1821, che a loro volta, lo cedettero nel 1866 alla Confraternita di San Francesco da Paola.

 

IL DIPINTO «SAN FRANCESCO DA PAOLA»

La peculiarità devozionale e didattica dell’omonimo dipinto collocato nella cappella induce ad ascriverlo ad ignoto pittore operante nella prima meta del ‘600.

La rigida figura, ancora legata alla tipologia della statuaria lignea che per prima ne ha divulgato l’immagine a tutta altezza, è tratta dall’iconografia di Sa Francesco tra la fine del Cinquecento e gli inizi del secolo seguente, nota attraverso le incisioni usate come frontespizio delle vite del Santo (posizione a tre quarti, bastone che attraversa la figura, ecc.).

La sagoma, resa quasi al naturale, si staglia sul fondo dove si susseguono episodi dell’agiografia del Santo (il miracolo dello stretto di Messina, il risanamento di un bambino deforme, la guarigione di un operaio travolto da un crollo durante la costruzione di un convento dedicato al Santo, ecc.).

Quasi sicuramente quella di San Bernardino si può ritenere, a Molfetta, e dove peraltro ne era molto diffuso il culto, una delle prime immagini del Santo calabrese, precedente anche alla statuetta in pietra (1683) collocata sull'altare Santoro nella cappella dei Santi Pietro e Paolo in Cattedrale ed, ovviamente, alla statua lignea di San Francesco da Paola, sempre nella stessa cappella.