parrocchia san bernardino molfetta - altare madonna del soccorsoLa famiglia de Luca, con i Lepore (1483), fu una delle prime ad avere l’altare di patronato (1486), mentre la chiesa di San Bernardino si andava ultimando. Infatti, nelle volontà testamentarie di Pasquarello de Luca, stilate dal notaio Gasparo de Monna nel 1486, si ordina di dotare la cappella di famiglia nella chiesa degli Osservanti di una «cona seu figura di S. Bonaventura et in altri benefizi da farsi nella sua cappella nella chiesa di San Bernardino». Durante il Sacco del 1529 l'altare subì gravi danni.

L’attuale macchina in pietra (1635) ne sostituisce una precedente in legno, fondata da Pirro de Luca ma che, certamente, non va identificata con il primo quattrocentesco altare. Si può suppone, inoltre, che anche l'icona di San Bonaventura, ordinata da Pasquarello, se mai sia stata eseguita, si sia persa nel tragico evento.

Alla fine del Settecento (1783) la cappella era sotto il titolo di Santa Maria degli Angeli e, oltre sui pilastri esterni e sui due «in cornu Evangeli» e «in comu Epistole», figurava una iscrizione anche sul sepolcro «sistente dentro la stessa Cappella».

 

IL DIPINTO: «MADONNA DEL SOCCORSO CON I SANTI GIUSEPPE E ANTONIO ABATE

Attualmente nell’alzata è collocata la tela con la «Madonna del Soccorso con i SS. Giuseppe e Antonio Abate», datata al 1597, del pittore romano Andrea Bordone.

Il dipinto molfettese, restaurato da Silvana Traversa nel 1978, si presentava in pessimo stato. La tela è di tipo tovagliato a spina di pesce. Il precedente maldestro restauro ne aveva peggiorate le condizioni a causa di una foderatura eseguita pesantemente.

Pertanto, dopo la velinatura, è stata sostituita la vecchia tela da rifodero e, rimossi i vecchi stucchi, la superficie pittorica è stata pulita con dimetil e xilolo in parti uguali, stuccata in piccole zone e verniciata con vernice mastice.

La stessa tela è stata restaurata nel 2019.

Al lato sinistro dell'altare, è stata collocata una iscrizione che ricorda la ricostruzione in pietra dell'altare della cappella dedicata a San Rocco (1635): infatti, l'altare in legno intagliato e dorato della nona cappella di proprietà dei De Luca, dopo i bombardamenti del Sacco del 1529, fu abbattuto in parte, perché le fabbriche di ponente della chiesa furono fatte crollare nel 1529 dal bombardamento, portato dai francesi all'abitato di Molfetta.

Nella iscrizione si legge:

D. O. M.
SAC[ELLUM] HOC A PIRROVIRO PATRITIO
EX NOBILE AB U[M]BRIA LUCORUM CENERE ERECTUM
QUOD OLIM TE[M]PORIS VETUSTATE
BELLIQ[UE] INIURIA DIRUTUM (u)
PIRRUS IACOBUS AC IO[ANNES] PETRUS DE LUCA
CLARI NEPOTES INNOVARU[N]T
NOVIS IAM LAPIDIBUS EXPOLITU[M]
IULIUS AC MARCELLUS DE LUCA PATRUUS AC NEPOS
SIBI AC SUIS FIERI FEC.
A. D. MDCXXLV