Alla fine del secolo XIX, riprendevano i contrasti tra la Confraternita dell’Immacolata e quella del Monte di Pietà.

La Confraternita dell’Immacolata, oltre all’uso della chiesa di San Bernardino, nel 1748 aveva ottenuto dai Frati Minori Osservanti il permesso di costruire, su un terreno a mezzogiorno del chiostro del convento, una stanza grande per oratorio ed un’altra attigua per spogliatoio.

I locali dell’ospedale risultavano ormai insufficienti per le necessità della popolazione sempre crescente ed era necessario eseguire con urgenza il restauro radicale del fabbricato, danneggiato dal terremoto del 1866, e riedificare la corsia per le ammalate, ormai cadente, ed il corridoio sovrastante le due stanze dell’oratorio della Confraternita della Concezione, anch’esse da demolire.

 

L'ESPROPIAZIONE DEL 1892

Nel 1892, dopo aver tentato inutilmente la cessione bonaria delle due stanze dell’oratorio, la Confraternita del Monte di Pietà ne chiese l’espropriazione per pubblica utilità, che fu concessa con decreto del 21 aprile 1892 perché si trattava di «migliorare e tutelare l’esercizio di un edificio destinato alla pubblica beneficenza».

La Confraternita della Concezione per comporre amichevolmente la controversia decise di addivenire ad una transazione sulla base di una proposta subordinata a patti convenuti nel reciproco interesse.

La Confraternita del Monte di Pietà approvò la proposta della Concezione, subordinandola a patti vessatori e quest’ultima si piegò ad accettare le condizioni imposte dalla prima. La transazione fu stipulata con atto pubblico del 17 maggio 1893, rogato dal notaio Matteo Massari di Molfetta.

In pratica, la Confraternita della Concezione cedeva al Monte di Pietà le due stanze a pianterreno nel chiostro dell’ex convento al prezzo di lire 2.162,19. In cambio, il Monte di Pietà cedeva alla confraternita della Concezione, al prezzo di lire 850, un appezzamento di terreno, facente parte dell’orto dell’ospedale, situato a levante dell’altare maggiore della chiesa e confinante con la via Luigi La Vista, per costruirvi il nuovo oratorio ed una stanza attigua per spogliatoio.

 

IL NUOVO ORATORIO

Il nuovo oratorio della Confraternita dell’Immacolata avrebbe avuto l’accesso dall’atrio prospiciente via Luigi La Vista e sarebbe stato reso comunicante con la chiesa per mezzo di una porta da aprirsi nel finestrone inferiore del coro, mentre la stessa Confraternita rinunciava ad ogni pretesa di accesso alla chiesa sia dal portone dell’ospedale, sia dalle altre porte del chiostro.

Qualora, poi, la Confraternita della Concezione fosse stata soppressa, o per qualunque motivo esclusa dall’uso della chiesa, oppure avesse fatto un uso diverso del costruendo oratorio, il fabbricato e il terreno sarebbero ritornati in proprietà dell’ospedale, previo pagamento del solo fabbricato.

Si concludeva così questo ulteriore conflitto d’interessi tra le due confraternite, non ultimo, però per la chiesa e per l’ex convento.