Dopo il 1829, insorsero dei contrasti tra la Confraternita dell’Immacolata e quella del Monte di Pietà sull’uso della chiesa. La Confraternita dell’Immacolata, oltre all’altare assegnatole dai Frati Osservanti all’epoca della sua costituzione, iniziò ad usare anche l’altare maggiore per alcune funzioni più importanti, senza comunicarlo alla Confraternita del Monte di Pietà.

Ne nacque una controversia con quest’ultima, che rivendicava la proprietà e il diritto di uso esclusivo della chiesa e sosteneva che, in conseguenza della soppressione degli Ordini religiosi nel 1809 e della successiva assegnazione dei locali dell’ex convento degli Osservanti all’Università, nel 1829 era subentrata a questa anche nel possesso della chiesa annessa al convento.

IL RESCRITTO REALE DEL 1844

La controversia fu risolta una prima volta con Rescritto Reale del 10 aprile 1844, che stabiliva che la Confraternita del Monte di Pietà conservasse il possesso della chiesa perché annessa all’ex convento, fatti salvi, però, i diritti del Vescovo per l’esercizio del proprio ministero.

Si disponeva, inoltre, che fino a quando non fosse stato possibile trasferire la confraternita dell’Immacolata in un’altra chiesa, il Vescovo avrebbe fissato, d’intesa col Consiglio Generale degli Ospizi, un calendario quinquennale delle funzioni religiose delle due Confraternite.

IL RESCRITTO REALE DEL 1844

La Confraternita del Monte di Pietà impugnò il calendario delle funzioni redatto dal Vescovo Giovanni Costantini. La controversia fu risolta definitivamente con un nuovo Rescritto Reale del 4 dicembre 1844, col cui il Sovrano confermava il proprio diritto di patronato sulla chiesa, precisando che il possesso di fatto e il permesso d’uso della chiesa non ne attribuivano la libera disponibilità a nessuna delle due Confraternite.

Inoltre, il rescritto ribadiva l’obbligo di rispettare le condizioni imposte ad entrambe, che altrimenti sarebbero state private dei benefici concessi, e addirittura soppresse, se ciò si fosse reso necessario.

Infine, per porre termine a quelle controversie poco edificanti e pregiudizievoli per il culto, il calendario delle funzioni redatto dal Vescovo diventava perpetuo, riservando al Sovrano il diritto di risolvere i casi dubbi.

LA NUOVA CHIESA PER L'IMMACOLATA

Dopo la definizione della lite, l’assistente spirituale della Confraternita della Concezione convinse i soci a promuovere la costruzione di una chiesa nuova, dedicata all’Immacolata, per poter così lasciare quella di San Bernardino.

Nel 1845 il Vescovo Giovanni Costantini avviò la procedura per la costruzione della nuova chiesa, ma soltanto l’8 dicembre 1874 il Vescovo Gaetano Rossini pose la prima pietra della chiesa dell’Immacolata in contrada Sedelle.

Tuttavia, nonostante l’apertura al culto della nuova chiesa nel 1892 e la sua consacrazione avvenuta il 29 settembre 1895, la Confraternita dell’Immacolata preferì rimanere definitivamente nella Chiesa di San Bernardino.