Prudenza, la virtù del “guerriero”

parrocchia san bernardino molfetta - stili di vita - vangelo - prudenza.Sii prudente! Una raccomandazione tante volte fatta e ricevuta, volta a evitare gli eccessi di velocità, le frequentazioni sbagliate, il golfino dimenticato. Nel linguaggio quotidiano è prudente chi ha sempre un ombrello in auto, chi compra per tempo i biglietti, chi ha stipulato un contratto assicurativo sopra un bene prezioso. Dal latino prudĕns - forma contratta di providens, participio presente di providēre (prevedere) - prudenza è la capacità di operare un retto discernimento tra ciò che si deve e ciò che non si deve fare.

In filosofia la prudenza traduce la prudentia latina e la phronēsis greca. È la capacità di scegliere i mezzi con cui raggiungere i fini individuati dall’intelligenza, la virtù dello stratega, che per vincere la guerra deve organizzare bene i movimenti delle sue truppe e sapere quando ordinare un attacco o una ritirata, come far agire le spie e gli alleati. Solo che, per Aristotele e per molta filosofia che a lui nei secoli si è ispirata, la guerra di cui si parla è quella che ognuno di noi combatte tutte le volte che compie un’azione morale, anzi no, qualunque azione, dato che tutte hanno la tensione al raggiungimento di un fine, che sia lavarsi i denti o salvare una vita buttandosi nelle acque agitate del mare.

Per San Tommaso la prudenza è la «retta norma dell’azione», sinonimo di accortezza e maturità. Da non confondere con la timidezza o la paura. La prudenza spesso è purtroppo intesa come freno alla felicità. Invece essa dispone a svolgere un compito e portare a compimento un’azione conoscendone bene e in maniera profonda le conseguenze, positive o negative.

Nell’arte la Prudenza è rappresentata da una donna che si specchia. Non certo per vanità, ma per potersi guardare alle spalle e quindi per proteggersi da pericoli imprevisti. La Prudenza si presenta anche con tre volti maschili: uno antico che volge il suo sguardo al passato, uno maturo attento al presente e uno giovane che proietta oltre il suo sguardo.

Ecco allora cos’è la prudenza: la disposizione, mai pienamente compiuta ad essere fedeli al passato, attenti al presente e proiettati verso il futuro. La prudenza è discernimento retto, sapiente e lento. Utilizzo equilibrato ed armonico di sentimento, pensiero e volontà. É la virtù che ci aiuta a fare bene il Bene; ben lontana da atteggiamenti egoistici (mons. Galantino). È cautela, dunque, tutt’altro che chiusura verso l’altro. È piuttosto esserci in maniera consapevole nelle azioni che compiamo, è desiderio di vederci chiaro in tutto quello che pensiamo e che stiamo per fare, per non pentirci quando è troppo tardi. «Con la sapienza si costruisce la casa – si legge nel libro dei Proverbi - e con la prudenza la si rende salda».

Eppure la società attuale sembra procedere in direzione contraria alla prudenza: la fretta e l’efficientismo sono ostici avversari del discernimento; ci impediscono di scegliere le parole adatte per fare il proprio e l’altrui bene. La smania di arrivare ad ogni costo, di affermarsi in qualunque modo, ci costringono a dimenticarci della prudenza per apparire sempre pronti, lucidi, sicuri di noi, trascurando che «la prudenza è l’arte di sapere fino a che punto si può essere audaci» (Jean Cocteau).

 

Francesco de Leo

seminarista

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