Perché la supplica alla Regina del Santissimo Rosario di Pompei?

MADONNA REGINA DEL ROSARIO DI POMPEI SUPPLICALa Madonna del Rosario di Pompei si festeggia il 7 ottobre e l’ 8 maggio con la recita della Supplica solenne. È però opportuno conoscere la storia di questo culto, che risale addirittura al XIII secolo, quando fu istituito l’ordine dei domenicani, che ne furono i maggiori propagatori.

 

LA NASCITA DEL CULTO

Alla protezione della Vergine del Rosario, inoltre, fu attribuita la vittoria della flotta cristiana sui turchi musulmani, avvenuta a Lepanto nel 1571. A seguito di ciò il papa Pio V (1504-1572), istituì dal 1572 la festa del Santo Rosario, alla prima domenica di ottobre, che poi dal 1913 è stata spostata al 7 ottobre.

Il culto per il Rosario ebbe un’ulteriore diffusione dopo le apparizioni di Lourdes del 1858, dove la Vergine raccomandò la pratica di questa devozione.

La Madonna del Rosario, ebbe nei secoli una vasta gamma di raffigurazioni artistiche, quadri, affreschi, statue, di solito seduta in trono con il Bambino in braccio, in atto di mostrare o dare la corona del rosario: la più conosciuta è quella in cui la corona viene data a Santa Caterina da Siena e a San Domenico di Guzman, inginocchiati ai lati del trono.

 

BARTOLO LONGO, L’APOSTOLO DELLA DEVOZIONE ALLA REGINA DEL ROSARIO

La Supplica alla Regina del Santo Rosario di Pompei fu scritta, nel 1883, da Bartolo Longo (nella foto) con il titolo “Atto d’amore alla Vergine”.

Viene recitata solennemente due volte l’anno, alle ore 12 dell’8 maggio e della prima domenica d’ottobre, richiamando migliaia di pellegrini, provenienti da tutta Italia e dall’Estero, che in queste occasioni, si raccolgono davanti alla facciata del santuario di Pompei per partecipare alla sua recita corale.

La Supplica fu composta da Longo come adesione all’invito che, nella sua prima Enciclica sul Rosario, Papa Leone XIII aveva fatto ai cattolici, ad un impegno spirituale volto a fronteggiare i mali della società.

Il 1° settembre del 1883, infatti, era stata pubblicata l’Enciclica «Supremi apostolatus officio», con cui il Papa indicava nella preghiera del Rosario uno strumento sicuro per il conseguimento del bene spirituale della società e della Chiesa, travagliata da «gravi calamità».

Al beato Bartolo Longo, impegnato ad erigere il tempio alla Vergine del Rosario e a diffonderne la devozione nel mondo, sembrò che la parola del Pontefice costituisse una sorte d’imprimatur a tutta la sua attività. Il 23 settembre inviò un telegramma al Santo Padre per ringraziarlo di aver pubblicato l’Enciclica sul Rosario, che sarebbe stata d’incoraggiamento per celebrare la prossima festa di ottobre e proseguire con maggiore alacrità la costruzione del Santuario del Rosario, la cui opera la Vergine accompagnava con incessanti prodigi.

La diffusione del culto mariano raggiunse in quegli anni il suo apice grazie anche alla Supplica. Preoccupazioni ed esortazioni espresse nell’enciclica di Leone XIII dello stesso anno e riflessioni personali del Beato trovarono, così, appropriata espressione nella “Supplica alla potente Regina del SS. Rosario”, che fu recitata la prima volta nel giorno della festa di ottobre, celebrata il 14 di quel mese.

L’8 maggio 1915 la preghiera fece il suo ingresso in Vaticano: alle ore 12.00, Benedetto XV, entusiasta estimatore del Fondatore e dell’Opera pompeiana, e i dignitari vaticani la recitarono nella Cappella Paolina. Tradizione che continuò con i Pontefici successivi. Come il 7 ottobre del 2003, quando Giovanni Paolo II, nella sua seconda visita a Pompei, avvenuta a conclusione dell’Anno del Rosario, ha recitato la Supplica assieme alle migliaia di fedeli giunti nella città mariana in quella solenne giornata dedicata alla Vergine del Rosario.

 

SUPPLICA REGINA SANTISSIMO SS ROSARIO DI POMPEI TESTOIL TESTO DELLA SUPPLICA

Il testo della Supplica, che ha avuto nel tempo vari ritocchi, fino a giungere all’attuale formulazione, è profondamente coinvolgente, lirico e musicale. Si caratterizza per una coralità unica e unificante: tra tutte le preghiere composte da autori italiani è quella più famosa al mondo. È stata tradotta in una decina di lingue: dall’inglese al russo, dall’armeno al cinese, dall’urdu al maltese, al tamil, ecc.

È una preghiera universale: il Beato Bartolo Longo aveva ragione a definirla Ora del mondo. Contemporaneamente, in diverse parti della terra, da New York a Buenos Aires, da Toronto a Sidney, da Johannesburg a Caracas, milioni di fedeli si ritrovano insieme per recitarla.

La Supplica nasce dal cuore di Bartolo Longo, ma in realtà, ognuno può sentirsene l’autore,perché racchiude tutti i dolori e le speranze della famiglia umana. Il Longo, infatti, con la Supplica, ha dato voce all’amore che dalla terra si leva verso il cielo. Essa è preghiera per l’Italia, per l’Europa, per il mondo intero.

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