13 dicembre 2020 – 3^ Domenica di Avvento

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 1,6-8.19-28

“Tu, chi sei?”

Giovanni il Battista risponde all’interrogativo dei discepoli dei farisei in modo disarmante. Egli ammette di non essere il Cristo e di battezzare semplicemente con acqua. I discepoli dei farisei, invece, si aspettano che sia uno di coloro che secondo le Scritture abbia l’autorità di amministrare il battesimo. È giusto che siano delle persone prestabilite a compiere determinate procedute, ma in loro assenza, talvolta occorre “preparare la via”. Occorre che qualcuno si occupi di quella materia, di quella situazione, pur non avendone pienamente le competenze e l’autorità per decidere. Non deve sostituirsi all’autorità prestabilita, ma far in modo che quando questa giunge ad occupare il suo posto, trovi il lavoro già avviato. A volte invece accade che proprio perchè l’autorità manchi, ognuno rimanga al suo posto in attesa di indicazioni. Oppure si assiste ad un continuo rimbalzo di responsabilità e di competenze. A volte questo avviene con grande disagio e con grande sofferenza di chi è in attesa di una risposta, di un provvedimento, di una soluzione. In alcuni casi questi ritardi portano a delle situazioni insanabili e non più recuperabili. L’Avvento in tal senso, più che tempo di “attesa”, è tempo di “solerzia”. Tu cerchi di preparare il terreno per spianare alcune situazioni difficili in famiglia, nelle relazioni, o nel lavoro?

In breve

L’Avvento non si concilia con l’attesa inoperosa e deresponsabilizzante, ma con il tempo della solerzia. È il tempo di chi prepara il terreno, spiana la via. Anche se non ha mezzi sufficienti o piene competenze. Lavora per il meglio perchè il raccolto sia ancora più abbondante.

Fonte

La Buona Novella – http://bit.ly/32KcmSP

 

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