25 febbraio 2018 – II Domenica di Quaresima

MAESTRO, È BELLO PER NOI ESSERE QUI!

Domenica II di Quaresima, Anno B

Mc 9,2-10; Gen 22,l-2.9a.l0-13.15-18; Sal 115; Rm 8,31b-34

di don Pino Germinario

Giovanni Bellini - La Trasfigurazione di Cristo (1479 circa) - Museo nazionale di Capodimonte, Napoli

Giovanni Bellini – La Trasfigurazione di Cristo (1479 circa) – Museo nazionale di Capodimonte, Napoli

Gesù si era ritirato nel deserto per 40 giorni per affrontare e superare le tentazioni e per scegliere la via di Dio ponendo il Padre al sopra di tutti e al di sopra di tutto per cominciare ad operare pubblicamente come il Consacrato del Signore.

Ora Gesù, dopo aver annunziato ai discepoli di voler essere il Messia della Croce e della Risurrezione provocando in essi grande sconcerto, li porta “in alto” perchè elevino il loro livello spirituale e perchè anch’essi scelgano chiaramente, insieme con Lui, la via di Dio anche quando essa appare diversa da quello che loro si aspettano.

Per sostenere la fede dei discepoli Gesù manifesta loro la sua gloria divina: Mosè ed Elia appaiono insieme a Lui per confermare che la strada da Lui scelta è quella che porta a compimento la Legge, rappresentata da Mosè, e i Profeti rappresentati da Elia.

La voce del Padre conferma che Gesù è veramente il Figlio da Lui inviato nel mondo e invita ad ascoltarlo e seguirlo con fede. Anche noi nella Quaresima veniamo portati a salire più in alto nella nostra vita cristiana e a seguire con fede la Parola di Dio anche quando non corrisponde ai nostri progetti e alle nostre attese. Non è il Signore che deve fare ciò che noi vogliamo, siamo noi che dobbiamo comprendere e fare nostro il progetto di amore e di salvezza di Dio!

Ci viene proposto l’esempio di Abramo: l’uomo che si è fidato di Dio, che ha accolto la sua proposta di alleanza, che ha accettato di partire senza sapere esattamente dove sarebbe andato; che ha perseverato nell’attesa del figlio che gli era stato promesso e, quando lo ha avuto, si è detto disponibile ad offrirlo al Signore, secondo l’uso pagano che prevedeva di sacrificare delle persone alle proprie divinità.

Ma il Signore insegna ad Abramo e, attraverso di Lui, alla sua discendenza che Egli NON vuole questo tipo di sacrifici. Vi è qui un insegnamento fondamentale che rifiuta ogni violenza fatta in nome della religione! Per questa fede e per questa obbedienza Abramo sarà colmato di ogni benedizione di Dio ed avrà una grande discendenza che formerà il popolo di Dio in mezzo a tutti gli altri popoli.

Nella seconda lettura S. Paolo ci ricorda che  mentre Dio ha risparmiato la vita di Isacco, non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi. La morte di Gesù non è voluta né da Lui né dal Padre, è invece voluta da alcuni uomini e Dio, non fermando questi uomini, vuole mostrare che il suo amore per gli uomini non ha limiti e giunge fino al dono di tutto se stesso per noi.

6Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. 7Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. 8Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. (Rm 5)

 Nella quaresima siamo chiamati a imparare da Gesù uno stile di vita che rifiuta ogni violenza e ogni ingiustizia ed è disposto a seguirlo sulla vita dell’amore incondizionato.

Camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi.

Ho creduto anche quando dicevo:
«Sono troppo infelice».
Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.

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