15 maggio 2016 – Pentecoste

PENTECOSTE

DOMENICA DELL’AMORE DI DIO EFFUSO NEI NOSTRI CUORI

PER MEZZO DELLO SPIRITO SANTO

CHE HA STABILITO IN NOI LA SUA DIMORA

anno C

Gv 14,15-16.23-26; At 2,1-11; Sal 103; Rm 8,8-17

di don Pino Germinario

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Morazzone, Pentecoste, 1615, Cappella San Giovanni Battista, Milano

Nella festa del “cinquantesimo giorno” πεντηκοστή [μέρα], (pentecosté [hēméra]) dopo la Pasqua gli ebrei celebravano il dono della Legge ricevuta al Monte Sinai che sancì l’alleanza tra Dio e il suo popolo.

Essere ebrei significa vivere secondo la Legge di Dio.

Mentre i discepoli sono radunati per celebrare questa festa si verifica una

“teofania” cioè una manifestazione di Dio che, attraverso i segni del vento, del fragore di tuono e del fuoco, ricorda e richiama quella del Sinai.

E come al Sinai era stata donata la Legge così ora viene donato lo Spirito che si manifesta come lingue di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo.

Subito dopo i discepoli cominciano a parlare delle grandi opere di Dio.

Ed ecco che avviene l’esatto contrario di ciò che è narrato nell’Antico Testamento sulla Torre di Babele. Lì c’era stata divisone e confusione delle lingue. Qui tutti quelli che sono presenti a Gerusalemme sentono parlare i discepoli nella loro lingua nativa. E sono Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani lì residenti, Giudei e proséliti, Cretesi e Arabi.

Il messaggio cristiano si manifesta come universale e si forma una nuova unità che supera ogni divisione e ogni diversità.

4Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; 5vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; 6vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. 7A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune. (1 Cor 12,4-7)

Come essere ebrei significa vivere secondo la Legge, così essere cristiani significa vivere secondo lo Spirito. E come al Sinai si era stabilita l’antica alleanza tra Dio e il popolo ebraico stipulata con il sangue degli animali sacrificati così ora si stabilisce una nuova alleanza stipulata con il sangue di Cristo morto e risorto il cui Spirito è effuso sui discepoli ed è stata trasmesso fino a noi nel Battesimo.

San Paolo, nella seconda lettura, insegna che c’è opposizione tra “vivere secondo la carne” e “vivere secondo lo Spirito”.

Con il termine “carne” S. Paolo non intende né il corpo né la sessualità, ma l’istinto egoistico, presente in ciascuno di noi, che tende a chiuderci in noi stessi, che considera ogni altro come nemico da abbattere e che ci spinge al male per ottenere l’affermazione assoluta di noi stessi con ogni mezzo.

Quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio.

Chi vive “secondo la carne” crede di essere libero ma in realtà è prigioniero del proprio istinto egoistico.

Cristo ci ha donato il suo Spirito che ci aiuta a dominare il nostro istinto egoistico (i desideri della “carne”).

Non siamo più solo sotto il dominio della carne, ma siamo sotto l’azione dello Spirito, dell’amore di Dio, della forza che viene da Dio e ci aiuta a vincere il lato oscuro del nostro carattere e ci dà la capacità di vivere come Cristo.

Se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete.

Ecco il vero significato di “mortificazione”: far morire le opere istintive egoiste, quelle del carattere inclinato al male. Avere il controllo di sé con l’aiuto dello Spirito di Cristo che ci è stato dato nel Battesimo.

Guidati dallo Spirito di Dio noi viviamo come figli di Dio e possiamo rivolgerci a Dio chiamandolo “papà”, diventiamo eredi della vita di Dio, coeredi di Cristo e fratelli.

22Ora invece, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, raccogliete il frutto per la vostra santificazione e come traguardo avete la vita eterna. 23Perché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore. (Rom 6,22-23).

 

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