Una fede da annunciare

Luce e Vita n.32 Anno 91° 27 settembre 2015

La riflessione: Annunciare è la seconda delle cinque vie. Stili, orari, linguaggi e modalità dell’annuncio sono da rimodulare  una fede da annunciare con slancio

foto fede da annunciare 

Tutto è iniziato con le parole di Gesù: «Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato» (Mt 28,19-20). Sono più di duemila anni che, come cristiani, obbedendo a quel mandato missionario, percorriamo le strade dell’umanità per annunciare con le parole e con le opere l’amore di Dio. Un verbo – annunciare -, che indissolubilmente legato all’altro – uscire -, non è frutto di una scelta umana, ma di un esplicito comando di Gesù: pertanto nessuno di noi può sentirsi sottratto da questo compito. Un ottimo vademecum per comprendere meglio come coniugare questo verbo nella ferialità della nostra vita, ci è stato consegnato da Papa Francesco con l’Esortazione Apostolica Evangelii gaudium, che contiene preziose indicazioni per rendere l’annuncio del Vangelo adeguato alle esigenze dei nostri giorni. Innanzitutto il Papa ci ricorda che è necessario «uscire dalla propria comodità e avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo» (n. 20). Questo significa che spesso serpeggia in noi la tentazione di rimanere comodamente chiusi nei luoghi sicuri e protetti della nostra vita (a casa, in chiesa o nei locali parrocchiali), convinti che quello che facciamo nella nostra esperienza di credenti sia sufficiente. Invece, proprio a partire dal mandato missionario di Gesù, noi siamo “nomadi per vocazione” e la nostra fede ha le caratteristiche dell’esodo, dell’uscire da sé, del camminare e del seminare su terre sempre nuove. A imitazione di Gesù che ha percorso in lungo e in largo le strade della Palestina, siamo chiamati anche noi a prendere l’iniziativa, a fare il primo passo senza paura per andare incontro ai lontani e arrivare agli incroci delle strade per invitare gli esclusi (cfr. n. 24). E’ chiaro che per annunciare bene bisogna prepararsi bene: Papa Francesco invita tutti i cristiani a percorrere un «cammino di una conversione pastorale e missionaria», e i Vescovi, nella traccia per il convegno di Firenze, parlano di «discernimento comunitario». Si tratta di attivare una riflessione che coinvolga laici e preti, giovani, famiglie e aggregazioni ecclesiali per  abbandonare il comodo criterio pastorale del “si è fatto sempre così”… per essere audaci e creativi nel compito di ripensare gli obiettivi, le strutture, lo stile e i metodi evangelizzatori delle nostre comunità (cfr. n 33). Le nostre comunità parrocchiali, le nostre associazioni, i nostri gruppi, devono sentire l’urgenza di  attuare questa conversione pastorale: le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio devono essere rimodulati in modo tale che l’annuncio del Vangelo sia adeguato alle esigenze degli uomini e delle donne del nostro tempo.

  di Vito Bufi

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