E’ Cristo il nostro viaggio e il nostro cibo – 30 aprile

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6,44-51)

In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.

Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.

Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.

Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

La vita di fede dell’uomo è un viaggio, duplice, uno che riguarda la conoscenza di Dio e l’altro che riguarda la conoscenza di chi si mette in cammino (di se stessi).

Come ogni viaggio che si rispetti prima di partire chiunque si metterebbe a valutare condizioni, tragitti, tempistiche, tutto ciò che serve affinché il percorso svolto sia piacevole, lasci bei ricordi, possa essere condiviso con altri.

In questo duplice percorso, Gesù – oggi – ci indica che “il Padre ci istruisce su ogni cosa”; è Egli che guida i nostri passi, è Lui che ci “indottrina” su quelle che sono le insidie, le difficoltà del percorso, ma anche sulla bellezza di tanto camminare; è Dio stesso che scommette sul nostro viaggio, perché prima ancora di avere fede in Lui è Dio che ha fede in noi e vuole che tutto sia perfetto in questo pellegrinaggio di conoscenza.

In un viaggio dopo tanto camminare, visitare, dopo la tanta fatica, viene sicuramente fame.

Scopriremo che in questo “viaggio organizzato” alle sole provviste di cibo Dio non “mette bocca”, sta solo a guardare al nostro sostentamento, e lo guarda perché è da quello di cui ci nutriamo che Egli capisce come noi stiamo camminando, da come mangiamo Egli sa come arriveremo al traguardo (la vita eterna).

Il buon esito del nostro traguardo diviene per Lui e per noi una sfida, la sfida per comprendere come cristiani di cosa nutrirsi in questo viaggio così speciale. E’ da cosa mangiamo che dipende la conoscenza duplice di cui su detto.

Nutrirsi di Cristo diviene il cibo più succulento e desiderato, ricercare questo cibo che sazia e da’ forza diviene per noi motivo di continua ricerca di esso, eppure prima di arrivare alla ricerca di questo cibo, bisogna capire se è nostro vero desiderio compiere un percorso vero, autentico, un percorso che inevitabilmente ci porta a stretto contatto con ciò che siamo. Troppe volte diamo un immagine di noi sfalsata, spesso cerchiamo di essere chi non siamo, cerchiamo elogi, complimenti, prevarichiamo e sorpassiamo nel cammino tanti nostri fratelli! Questo non è il viaggio preparato da Dio, questo è un viaggio che da soli ci siamo voluti progettare, e nel quale cerchiamo questo cibo per compierlo in fretta ed egoisticamente soli!

La bellezza di questo viaggio che Dio ci prospetta, diviene la condivisione e la comunione delle fatiche, riscopriamo che quel Pane di vita (Cristo) ha il suo effetto solo se non cammino da solo, ma se il nutrimento è piena condivisione delle nostre vite.

Coraggio, è questo il tempo per riscoprirci pienamente in comunione con Dio, è questo il tempo nel quale sentirci distanti ma uniti, perché infondo tutti desideriamo quel nutrimento spirituale, e quando ce ne sarà la possibilità, sarà più bello e più buono poterlo condividere insieme e non in maniera egoistica!

don Dario Vacca

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