Unica eccezione … AMARE – 18 marzo

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,17-19)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».

Parola del Signore

Gesù dice di non essere venuto ad abolire la legge. In effetti di un “comandamento” noi abbiamo bisogno perché la nostra vita sia seriamente orientata. Il comandamento è come l’argine di un fiume. Permette all’acqua di scorrere e quindi al fiume di esistere. Il fiume non sarebbe più tale, ma senza argini diverrebbe massa d’acqua dilagante, senza limiti di spazio e di tempo, capace non di dissetare ma di distruggere o a limite, di diventare un acquitrino maleodorante, rifugio di insetti nocivi. In questi giorni siamo chiamati a rispettare le regole, degli argini che ci stanno un po’ stretti, ma necessari per la salvaguardia e l’incolumità di tutti. Non uscire se non per le normali e legittime esigenze è un atto di grande carità verso tutti. Ed è questo l’aspetto più importante della riflessione di Gesù: l’amore. È vero che egli non è venuto per abolire la legge ma è vero anche che la legge da sola non basta. Ha bisogno di compimento. “Pieno compimento della legge è l’amore” echeggia S. Paolo. Ecco perché non si può osservare la legge se non per amore. E non è possibile non fare della legge un atto di amore. Ecco perché la legge ammette eccezioni. L’unica eccezione alla legge è l’amore, che la regola ma a volte la supera.

don Raffaele Gramegna