Ancora nessun commento

«Lasciamoci guardare da Maria»: il messaggio di don Pasquale per la solennitàù dell’Immacolata

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

Immacolata 2018 (1)

A pochi giorni dall’inizio dell’Avvento, celebriamo, con grande gioia, la Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria. Su una ragazza di Nazareth, in Galilea, nella periferia dell’Impero Romano e dello stesso Israele, «si è posato lo sguardo del Signore, che l’ha prescelta per essere la Madre del suo Figlio. In vista di questa maternità, Maria è stata preservata dal peccato originale, cioè da quella frattura nella comunione con Dio, con gli altri e con il creato che ferisce in profondità ogni essere umano. Ma questa frattura è stata sanata in anticipo nella Madre di Colui che è venuto a liberarci dalla schiavitù del peccato. L’Immacolata è inscritta nel disegno di Dio; è frutto dell’amore di Dio che salva il mondo. E la Madonna non si è mai allontanata da quell’amore: tutta la sua vita, tutto il suo essere è un “sì” a quell’amore, è un “sì” a Dio» (Papa Francesco, Angelus, 8 dicembre 2013). Il suo “Eccomi” non è stato facile, ma proprio nella  complessità della vita umana, lei ha imparato dal suo Figlio ad essere profondamente umana fino a raggiungere «la piena maturità Cristo» (Ef 4, 13). Infatti, l’umanità di Maria è la realizzazione del sogno di Dio! In lei radicalmente rinnovata dalla presenza del Signore, l’immagine del Creatore risplende della gloria del Padre che rende gli uomini e le donne della terra profondamente umani, come Gesù. Camminando nella fede, ha imparato a rendere la sua vita un dono, nella speranza di accogliere nel suo cuore tutti i figli di Dio dispersi. Partecipando alla missione del suo Figlio, con lui conformata nel concepimento, nella nascita, nello svolgimento della vita, nella morte e nella resurrezione, ha reso la sua feriale esistenza non “una cantilena di cose da fare” ma un originale e straordinario canto che narra le meraviglie che Dio ha compiuto nella sua vicenda personale, nella storia di Israele, della Chiesa e del creato. Nell’ubbidienza ha compreso cosa significa l’autentica libertà, nel servizio ha scoperto la gioia di una vita realizzata, nella sobrietà ha compreso l’autentica ricchezza e nella purezza di cuore ha trovato la gioia di una felicità duratura.

La vita di Maria non ci è estranea. Siamo uniti a lei da una relazione che nasce dalla fede e dall’amore. La Madonna, come nostra Sorella e Madre, ci indica che solo Cristo è “la Via della Vita, la Verità” (cfr. Gv 14, 6) che ci fa partecipi della bellezza e della bontà di Dio. Pertanto abbandonando una visione cupa del tempo in cui viviamo che ci induce a ripiegarci su noi stessi cedendo alla tentazione dell’individualismo e dell’orgoglio alziamo lo sguardo a Colei che “tutte le generazioni chiameranno beata” (cfr. Lc 1, 48).

«Guardiamo lei, nostra Madre, e lasciamoci guardare da lei, perché è la nostra Madre e ci ama tanto; lasciamoci guardare da lei per imparare a essere più umili, e anche più coraggiosi nel seguire la Parola di Dio; per accogliere il tenero abbraccio del suo Figlio Gesù, un abbraccio che ci dà vita, speranza e pace» (Ib.).

La Vergine Santa ci stringa al suo Cuore Immacolato perché faccia sentire dentro di noi i fremiti del suo amore materno che, nelle nostre fragilità, rivela la tenerezza di Dio.

 

don Pasquale Rubini, parroco

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Invia un commento

Created with Visual Composer