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La Messa: alcune buone norme comportamentali (II parte)

andare a messa (1)La Santa Messa, azione liturgica per eccellenza, non può essere paragonata ad uno spettacolo teatrale, in cui ci sono attori che rappresentano una finzione scenica e un pubblico che assiste passivamente. Alla Santa Messa non si va per assistere alla rappresentazione dell’Ultima Cena, ma per partecipare attivamente al rinnovarsi, anche se in maniera incruenta, del sacrificio di Cristo realmente presente nelle specie eucaristiche. Nella Santa Messa non vi sono attori e spettatori, ma l’assemblea dei fedeli che, presieduta dal presbitero presidente, offre al Padre il sacrificio a Lui gradito.

Tutti i partecipanti svolgono un ruolo importante ed è bene che ognuno lo rispetti scrupolosamente. È il celebrante che, rivolgendosi al Padre, prega, ad alta voce, per conto di tutti i fedeli che restano in silenzio e, soltanto al termine di ogni preghiera, confermano con il loro “Amen” (è cosi) quanto hanno ascoltato ed e stato chiesto per intercessione di Gesù Cristo nostro Signore. Il carattere comunitario della liturgia eucaristica appare evidente nella Preghiera universale detta anche “Preghiera dei fedeli” e nei momenti in cui i fedeli dialogano col celebrante (es. risposta al saluto “Il Signore sia con voi”, al “Pregate fratelli…”) o intervengono con le cosiddette acclamazioni (all’offertorio: “Benedetto nei secoli il Signore”; al termine della consacrazione: “Annunciamo la tua morte o Signore…”; alla preghiera di liberazione da tutti i mali: “Tuo è il Regno…” ) o pregano all’unisono con lui (Atto penitenziale, Gloria, Credo, Santo, Padre Nostro, Agnello di Dio ).

Anche attraverso i gesti e le posizioni del corpo si contribuisce a rendere più dignitosa la celebrazione. Si sta seduti soltanto durante la lettura dell’Epistola e del Salmo responsoriale, all’ascolto dell’omelia, all‘Offertorio e nei momenti di silenzio da osservare dopo l’omelia e la distribuzione della Santa Comunione. Durante la preghiera di consacrazione si resta in piedi, a capo chino, soltanto chi, per validi motivi, non può stare in ginocchio in atto di adorazione. Ricordiamo, inoltre che:

  1. a) il segno di croce va fatto, insieme al celebrante, all’inizio della Santa Messa e al momento della benedizione finale;
  2. b) durante il Confesso, alle parole “Per mia colpa…” ci si il batte per tre volte il petto;
  3. c) all’annuncio della lettura del Vangelo si eseguono con il pollice della mano destra tre piccoli segni di croce sulla fronte, sulle labbra e sul cuore ad indicare che la parola di Gesù deve essere meditata, propagata e praticata;
  4. d) si china il capo durante il Credo, alle parole che ricordano l’incarnazione di Gesù, e alla benedizione finale.

È bene ricordare che lo scambio della pace è un gesto puramente simbolico e che, pertanto, basta offrirlo a chi è immediatamente vicino, senza muoversi dal proprio posto e senza creare confusione gesticolando verso tutte le direzioni, tenuto conto che l’attenzione non deve essere distolta da Gesù vivo e vero presente sull’altare. Alla Santa Comunione ci si accosta soltanto se si è in grazia di Dio. È consentito ricevere la particola sulle mani (ovviamente pulite), ma è necessario rispettare prescrizioni ben precise. Ci si presenta al Ministro tenendo, ben sollevate, la mano sinistra sulla palma della destra e, una volta ricevuta la particola, ci si sposta lateralmente e la si porta immediatamente alla bocca prima di tornare al proprio posto.

di Gaetano la Martire

 

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