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Fake news, tra i “pericoli” più diffusi nel web

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Fake news (1)Che cosa sono le fake news? La traduzione italiana è “notizia falsa” e non è un fenomeno nuovo o legato alla rete. Quello che è che cambiato negli ultimi anni è l’uso strategico delle piattaforme digitali (Facebook, Google, Twitter, ecc.) per raggiungere gruppi targetizzati di utenti. Di solito, dunque, si tratta di messaggi ingannevoli o evidentemente falsi che, rispetto alla verità, generano consenso e approvazione dalla massa degli utenti online.

Chi diffonde queste notizie false? Due le motivazioni principali: politica, soprattutto da parte dei mandanti,  ed economica, da parte degli esecutori. Come hanno dichiarato senza particolari problemi, alcuni gestori di siti che fanno rimbalzare le fake news, creare reti di portali che lancino e rilancino materiali dai titoli allarmanti e impressionanti sui social network è molto facile e, persino, efficace agli scopi preposti.

A livello globale, se ne discute dal novembre del 2016, giorno dell’elezione di Trump, che ha poi adottato l’espressione per attaccare la stampa. In Europa, inevece, la svolta è arrivata con la discussione e poi con l’approvazione della legge tedesca anti-notizie false online, in aprile. In Italia è stato un crescendo. A fine novembre 2016, Buzzfeed ha riconosciuto una serie di siti non ufficiali contenenti notizie false (BuzzFeed è un sito web d’informazione, gestito dall’omonima società statunitense, che distribuisce articoli attinti dalla rete internet: sfruttando la tecnologia web feed, il sito raccoglie notizie dalla rete, come titoli di giornali online, articoli dai blog, video blog e podcast).

Come stanno reagendo i colossi  del web? Indubbiamente, in gioco vi è il loro rapporto di fiducia con gli utenti-lettori. I problemi principali sono tre: chi decide cosa è falso e cosa no, chi decide che le notizie cosiddette false vadano cancellate, può un’intelligenza artificiale monitorare tutto quello che viene pubblicato ed eventualmente intervenire. Il numero di controllori in carne e ossa sta aumentando in tutta la Silicon Valley e Facebook ha iniziato a collaborare con terze parti per l’etichettatura di notizie false (differenziazione grafica delle fonti autorevoli rispetto a tutte le altre). Google ha, poi, deciso di sistemare in alto, nelle ricerche, le fake news cosicchè il lettore veda subito la smentita da parte di un ente terzo.

di Marianna Scattarelli e Anna Maria Caputi

[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_column_text]COME RICONOSCERE LE FAKE NEWS

Verifica delle fonti e confronto con altre. Se si legge qualcosa di particolarmente clamoroso, che rasenta l’incredibile, prima di fare un qualsiasi commento, di condividere questa informazione verso altri, di prendere il fatto per oro colato, è meglio verificare.

Attenzione alle estensioni dei siti, alla grafica e al modo di scrittura. Attenzione all’url (indirizzo www) della notizia falsa: l’estensione può essere «.lo» oppure «.com.co», oppure presentno degli strani errori di ortografia o nomi sospetti.

Attenzione alla data della notizia. Sembra una banalità, ma la dataha importanza per riconoscere una fake news. Spesso, sui social, si pubblicano dei post con delle notizie che si spacciano per nuove ma che, in realtà, risalgono all’epoca della tv “a pedali”.

Attenzione ai titoloni. La maggior parte delle fake newssi nascondono dietro titoli ambigui o troppo esagerati. Il classico esempio: «Mai avreste immaginato che Tizio (un personaggio molto famoso) potesse fare questo durante la diretta di ieri sera. Cliccate qui per vedere», oppure «Caio racconta il suo vero dramma».[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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