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Confessione ed assoluzione individuale

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CONFESSIONE SACRAMENTO RICONCILIAZIONE INDIVIDUALE 2Come già accennato, il rito della confessione individuale e completa, con relativa assoluzione, è considerato dal Catechismo della Chiesa cattolica «l’unico modo ordinario grazie al quale i fedeli si riconciliano con Dio e con la Chiesa» (CCC n. 1484). Anche Papa San Giovanni Paolo II, mediante la Lettera apostolica in forma di motu proprioMisericordia Dei”, denunciando «in alcune regioni la tendenza all’abbandono della confessione personale, insieme ad un ricorso abusivo all’assoluzione generale o collettiva, sicché essa non appare come mezzo straordinario in situazioni di assoluta necessità», ribadiva la necessità «che il fedele, oltre alla coscienza dei peccati commessi, al dolore per essi e alla volontà di non più ricaderci, confessi i suoi peccati […] tutti e singoli» come dichiarato dal Concilio di Trento.

Nella stessa Lettera, il Pontefice afferma che la celebrazione di questo Sacramento, pur avendo conosciuto, nel corso dei secoli, diverse forme espressive, ha sempre conservato «la medesima struttura fondamentale che comprende necessariamente, oltre all’intervento del ministro – soltanto un Vescovo o un presbitero – che giudica e assolve, cura e guarisce, nel nome di Cristo, gli atti del penitente: la contrizione, la confessione e la soddisfazione».

Infatti, tali atti centrali e fondamentali, anche nella forma rinnovata di celebrazione del Sacramento, risultano inseriti in una liturgia intesa ad attuare, sia pure in forma sintetica, il mandato conciliare di renderne chiaramente comprensibile al penitente, mediante i gesti e le parole, la natura e gli effetti.

Pertanto, qualora per motivi pastorali non si debba ricorrere ad un Rito abbreviato, la confessione dei peccati, l’accettazione della soddisfazione, l’invito alla contrizione, la formula dell’assoluzione e quella del congedo, elementi essenziali dell’azione liturgica, sono inseriti in un contesto che prevede una prima parte dedicata all’accoglienza (quanto più possibile paterna e rassicurante da parte del confessore) e alla lettura della Parola di Dio («che illumina il fedele a conoscere i suoi i peccati, lo chiama alla conversione e gli infonde fiducia nella misericordia di Dio») e una parte conclusiva dedicata al rendimento di grazie da parte del penitente per il perdono ricevuto.

Premesso che, come si è già precisato, la validità del Sacramento dipende dalla consapevolezza della gravità dei peccati commessi, dalla sincerità del pentimento che implica la conversione del cuore cioè un risoluto distacco dal peccato, ne consegue per ciascun penitente la necessità imprescindibile di prepararsi alla celebrazione del Sacramento mediante un approfondito esame di coscienza alla luce della Parola di Dio e dei precetti della Chiesa. Ma di questo tratteremo nella prossima riflessione.

 

a cura di
Gaetano la Martire[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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