13 maggio 2018 – Domenica dell’Ascensione del Signore

IL SIGNORE GESÙ, DOPO AVER PARLATO CON LORO, FU ELEVATO IN CIELO E SEDETTE ALLA DESTRA DI DIO. ALLORA ESSI PARTIRONO E PREDICARONO DAPPERTUTTO MENTRE IL SIGNORE AGIVA INSIEME CON LOROE CONFERMAVA LA PAROLA CON I SEGNI CHE LA ACCOMPAGNAVANO

Domenica «dell’Ascensione del Signore» Anno B

Marco 16,15-20; Atti 1,1-11; Salmo 46; Efesini 4,1-13

di don Pino Germinario

Jan Matejko, Ascensione, 1884, olio su tavola, Museo Nazionale, Varsavia

Jan Matejko, Ascensione, 1884, olio su tavola, Museo Nazionale, Varsavia

Nel tempo della Chiesa cambia il modo della presenza di Gesù nella comunità dei discepoli: dalla presenza fisica, circoscritta a un solo luogo e a un solo tempo, alla presenza SACRAMENTALE cioè attraverso segni che hanno la capacità di rendere presente quello che indicano. Tale presenza si realizza in ogni luogo e in ogni tempo dove sono riuniti i discepoli.

Quella che tradizionalmente viene chiamata l’Ascensione è l’ultima apparizione di Gesù risorto e segna l’inizio del tempo della Chiesa con la presenza sacramentale di Gesù:

  Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

Con la Parola e con i Segni Sacramentali Gesù, per mezzo dello Spirito Santo effuso sulla comunità cristiana, si fa continuamente presente in mezzo ai suoi discepoli.

 20Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro (Mt 18) 19Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». (Mt 28)

La festa di oggi da una parte mostra il legame profondo e costante che esiste tra Cristo e noi suoi discepoli e d’altra parte illumina il nostro cammino finale come è bene espresso nel prefazio I dell’Ascensione:

Mediatore tra Dio e gli uomini,
giudice del mondo e Signore dell’universo,
non si è separato dalla nostra condizione umana,
ma ci ha preceduti nella dimora eterna,
per darci la serena fiducia che dove è lui, capo e primogenito,
saremo anche noi, sue membra, uniti nella stessa gloria.

 

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