20 novembre 2016 – Solennità di CRISTO RE DELL’UNIVERSO

EGLI È IL CAPO DEL CORPO, DELLA CHIESA.
EGLI È PRINCIPIO, PRIMOGENITO DI QUELLI CHE RISORGONO DAI MORTI.

SOLENNITÀ «DEL SIGNORE NOSTRO GESÙ CRISTO RE DELL’UNIVERSO»

DOMENICA  XXXIV, Anno C

Lc 23,35-43; 2Sam 5,1-3; Sal 121; Col 1,12-20

di don Pino Germinario

Ciclo musivo della cupola del Battistero di San Giovanni (Firenze) XIII-XIV° secolo d.C.

Ciclo musivo della cupola del Battistero di San Giovanni (Firenze) XIII-XIV° secolo d.C.

L’anno liturgico si chiude e si riapre con la manifestazione del Signore come Colui che viene a salvare gli uomini con il suo Regno di amore di giustizia e di pace.

Egli, sacrificando se stesso
immacolata vittima di pace sull’altare della Croce,
operò il mistero dell’umana redenzione;
assoggettate al suo potere tutte le creature,
offrì alla tua maestà infinita
il regno eterno e universale:
regno di verità e di vita,
regno di santità e di grazia,
regno di giustizia, di amore e di pace. (Prefazio di oggi)

 

Nel momento della croce in cui tutto sembra essere perduto, tutto invece ha inizio.

Lo insultano e si beffano di lui: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto».

È il momento decisivo: è il kairòs» (Lc 4,13b), il tempo stabilito da Dio.

È il momento dell’ultima tentazione: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso».

Gesù non è venuto per salvare se stesso, ma per salvare noi.

 Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! 28Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». (Gv 12,27-28)

La possibilità della salvezza universale è sigillata dalla totale fiducia con cui il Figlio si abbandona al Padre nella morte, vincendo la tentazione. Il Cristo può salvare noi solo se non salva se stesso da questo kairòs di Dio.

La salvezza è oggetto di grazia, come nel caso di Zaccheo: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. 10Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto». (Lc 19,9-10), e avviene soltanto nel modo in cui Dio la realizza attraverso il salvatore che egli ha inviato: «Non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo che sia necessario alla nostra salvezza» (At 4,12).

 Il regno di Dio si realizza sorprendentemente con la morte di Cristo in croce. E’ il capovolgimento della mentalità umana. E’ venuto non per prendere il potere, ma per perdere se stesso per salvare noi.

L’incontro con Cristo e con il suo regno può veramente cambiare la nostra vita. E proprio lì sulla croce uno dei due malfattori crocifissi con Gesù riconosce in lui il Giusto e il Santo che non ha fatto nulla di male.

Quell’uomo sta morendo e decide di affidarsi a Gesù:  «Gesù, ricordati di me quando verrai con il tuo regno» Si noti che la forma utilizzata nel testo greco indica un futuro certo.

Ed ecco che subito “oggi” si realizza la giustizia di Dio: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

 E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare?

Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?. (Lc 18,7-8)

 Il testo di Paolo ai Colossesi ci invita ad approfondire il mistero del regno di Gesù crocifisso e risorto.

Rendiamo grazie al Padre con gioia perchè ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore, per mezzo del quale abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati.

 Quell’uomo crocifisso e sbeffeggiato da alcuni e tanto amato da altri è

immagine del Dio invisibile,
primogenito di tutta la creazione,
perché in lui furono create tutte le cose
nei cieli e sulla terra,
Egli è prima di tutte le cose
e tutte in lui sussistono.

Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa.
Egli è principio,
primogenito di quelli che risorgono dai morti,
perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose.
È piaciuto infatti a Dio
che abiti in lui tutta la pienezza
e che per mezzo di lui e in vista di lui
siano riconciliate tutte le cose,
avendo pacificato con il sangue della sua croce
sia le cose che stanno sulla terra,
sia quelle che stanno nei cieli.

 

O Dio Padre,
che ci hai chiamati a regnare con te
nella giustizia e nell’amore,
liberaci dal potere delle tenebre;
fa’ che camminiamo sulle orme del tuo Figlio,
e come lui doniamo la nostra vita
per amore dei fratelli,
certi di condividere la sua gloria in paradiso.

Potrebbero interessarti anche...