19 giugno 2016 – Domenica «DEL SEGUIRE IL CRISTO IN CAMMINO VERSO LA MORTE E LA RISURREZIONE»

DOMENICA «DEL SEGUIRE IL CRISTO IN CAMMINO
VERSO LA MORTE E LA RISURREZIONE
METTENDO A RISCHIO LA NOSTRA VITA OGNI GIORNO
PER ESSERE SALVATI DA LUI»

XII del Tempo per l’Anno C

Luca 9,18-27; Zaccaria 12,10-11; Salmo 62; Galati 3,26-29

di don Pino Germinario

 

Rembrant, Volto di Cristo

Rembrant, Volto di Cristo

Il brano del vangelo segna una svolta importante nel cammino di fede dei discepoli.

Da una parte è un punto di arrivo perchè Pietro riconosce esplicitamente Gesù come “il Cristo di Dio” cioè il Messia da secoli atteso dal popolo di Israele e finalmente inviato da Dio.

D’altra parte è un punto di partenza perchè da questo momento in poi i discepoli saranno chiamati a comprendere che tipo di Messia Gesù vuole essere: non un Messia regale o politico, ma il Servo di Dio, che deve essere rifiutato dai Capi del popolo, venire ucciso e risorgere il terzo giorno.

Il Messia crocifisso e risorto non corrisponde alle aspettative dei discepoli come non corrisponde alle nostre attese.

Noi pensiamo di sapere sempre e di sapere bene tutto quello che Dio dovrebbe o non dovrebbe fare. Ci mettiamo volentieri al suo posto. Noi vorremmo un dio a nostra immagine e somiglianza.

Invece il cammino della vita cristiana deve portare noi ad essere veramente ad immagine di Cristo.

5Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù:
6egli, pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio
l’essere come Dio,
7ma svuotò se stesso
assumendo una condizione di servo,
diventando simile agli uomini.
Dall’aspetto riconosciuto come uomo,
8umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
9Per questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome
che è al di sopra di ogni nome,
10perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra,
11e ogni lingua proclami:
«Gesù Cristo è Signore!,
a gloria di Dio Padre. (Fil 2,5-11)

Anche noi, come discepoli Gesù Cristo, morto e risorto, siamo chiamati a “rinnegare noi stessi, prendere la propria croce ogni giorno e seguirlo.” Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà».

Le espressioni “prendere la propria croce e seguirlo” e “perdere la propria vita per causa mia” non devono essere intese come semplice immagine di pazienza e sopportazione, ma indicano il modo di vivere dei cristiani che è diverso da quello degli altri in quanto discepoli del Cristo morto e risorto.

Noi siamo chiamati a “mettere a rischio la nostra vita ogni giorno” rimanendo fermi nella nostra fede e nella speranza della risurrezione.

21Un tempo anche voi eravate stranieri e nemici, con la mente intenta alle opere cattive; 22ora egli vi ha riconciliati nel corpo della sua carne mediante la morte, per presentarvi santi, immacolati e irreprensibili dinanzi a lui; 23purché restiate fondati e fermi nella fede, irremovibili nella speranza del Vangelo che avete ascoltato. (Col 1,21-23)

Come discepoli di Cristo morto e risorto noi siamo chiamati a morire ogni giorno al peccato e a rinascere a una vita nuova che Lui ci ha donato.

12Scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi dunque di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, 13sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. 14Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto. 15E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E rendete grazie! (Col 3,12-15)

Fa’ di noi, o Padre, i fedeli discepoli di quella sapienza
che ha il suo maestro e la sua cattedra
nel Cristo innalzato sulla croce,
perché impariamo a vincere le tentazioni e le paure
che sorgono da noi e dal mondo,
per camminare sulla via del calvario
verso la vera vita.

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