RITIRO SPIRITUALE: MISERICORDIOSI COME IL PADRE

MISERICORDIOSI COME IL PADRE

Il ritiro spirituale è un momento nel quale ciascuno di noi incontra Gesù affinché la sua grazia inondi la nostra fede. In questo Anno Giubilare Straordinario, Papa Francesco ha invitato tutti i fedeli a riscoprire le opere di misericordia. In quest’ottica, il ritiro svoltosi domenica 10 Gennaio è stato un’occasione per riflettere sulle opere e per lasciarci invadere dalla Misericordia del Padre. Le opere di misericordia sono definite da Sant’Agostino come regola generale di comportamento per tutti i cristiani affinché possano definirsi tali. Esse richiedono di assumere un atteggiamento specifico: uscire da noi stessi, avendo compassione e amore verso l’altro.

La riflessione si è concentrata su alcune delle 14 opere di misericordia come “ammonire i peccatori”. Nel Vangelo di Matteo,  Gesù ci invita a mettere in atto la correzione fraterna:  disse ai suoi discepoli:  “Se il tuo fratello commette colpa, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello;  se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni.  Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all’assemblea; e se non ascolterà neanche l’assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano. (Mt 18, 15-17). Ciascuno deve avere un cuore ben disposto in modo tale da non giudicare l’altro se sbaglia, ma offrendo un servizio di verità e di amore. Il punto di partenza per fare ciò è il discernimento personale che ci deve fare ammettere di essere noi per primi peccatori. In seguito bisogna scegliere il modo e il tempo opportuno per ammonire, agendo nell’ottica dello spirito di riconciliazione.

L’opera di misericordia “perdonare le offese” richiede di compiere un lungo cammino che ci rende più simili a Gesù. È un percorso difficile perché quando qualcuno ci offende, le corde dell’amarezza vibrano di più rispetto alle corde della gioia. Usando un’espressione di don Tonino Bello, perdonare è un dono moltiplicato all’infinito.

“Sopportare pazientemente le persone moleste” è un’opera da vivere nella nostra realtà quotidiana. Nella Bibbia si legge che “la pazienza è una virtù provata” (Rm 5,3). Ciascuno di noi vede nell’altro qualcosa che non sopporta, ma non bisogna sperare che l’altro cambi. Bisogna innanzitutto comprendere di essere limitati e cercare di cambiare noi stessi per poter condividere con gli altri il cammino della nostra esistenza.

Nell’opera di misericordia “pregare Dio per i vivi e per i morti” è richiesto di pregare su un piano non solo orizzontale, ma anche verticale. Con questa opera diventiamo parte viva della Chiesa nel tempo e nell’eternità. Partendo dal presupposto che per vivere le opere di misericordia è necessario amare l’altro, l’invito rivolto a tutti è quello di scegliere un’opera che diventi il campo di lavoro della sua fede.

Il ritiro è diventato un’occasione per riflettere in gruppi su come mettere in pratica nella comunità parrocchiale le opere di misericordia. Dopo il momento di condivisione delle riflessioni, abbiamo concluso con un momento di preghiera affinché il Signore guidi sempre il nostro cammino.

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